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Per una
visione panoramica sulle tecnologie "aggressive" e possibilità
di difendersene vedi - con beneficio di inventario / look with caution
to - MIND-WEAPON
Vedi la / look at
Il file
prima nominato Pseudo-misteri
e
coinvolgimenti biologici / Fake-mysteries on biological
targets ora è in rete
sdoppiato nella parte italiana - Aggressioni
pseudo-misteriose contro bersagli biologici - e in
quella in
inglese: anzi triplicato perché questa parte in italiano, molto
ampliata e
curata, è stata caricata anche in un pdf anch'esso con il titolo Aggressioni
pseudo-misteriose contro bersagli biologici raggiungibile in rete e
leggibile come eBook. Direttamente dalla rete si può pure scaricare,
stampare e leggere in
tablet
o e-book la traduzione in italiano del !
Quasi fosse una sottotitolazione del fil si può fruire di
un video italiano
molto dimostrativo, Mistero
- supersoldati manipolati... estratto dalla
puntata di ""
8
02
2011
andato in onda su Italia 1 l'8-02-2011 che - come si può
vedere aprendo il link - dichiara
"Mistero -
Candidati Manciur..."
Questo video non è più disponibile perché
l'account YouTube associato al video è stato chiuso a causa di
ripetute notifiche di violazione del copyright di terze parti. Siamo
spiacenti..
Segnaliamo
pure
che - come in
altri
file - danneggiamenti sono
stati attuati
nella seconda metà di dicembre 2010 / As it happens on many
other
files, we apologize for errors coming from unexpected HARMS as what
happened at December 2010
l’attenzione
va
spostata sul cittadino,
troppo spesso rassegnato.
Questo è il nodo centrale. Dinanzi alla propria indignazione,
tanti reagiscono con l’apatia o cedendo a forme di protesta senza una
direzione. La fase critica, infatti, non si trasforma in un momento
progettuale ma si perde nella frammentazione e nell’isolamento. una
sfida da raccogliere per pensare nuovi modelli di aggregazione che
sappiano andare oltre la semplice rivendicazione per attivare nuclei
progettuali, con l’ausilio delle forze vive
Moderno
Giuramento
di Ippocrate
Art.50 - Tortura,
trattamenti
disumani
Il medico non
deve in alcun modo o caso
collaborare,
partecipare o semplicemente
presenziare ad atti di tortura o a trattamenti crudeli, disumani o
degradanti.
Le
Amfetamine (o
Anfetamine) sono dei
potenti stimolanti del sistema nervoso e possono provocare dipendenza
psicologica, assuefazione e seri danni neurologici, così come
conseguente forte menomazione nelle varie sfere vitali della persona.
Queste sostanze, proprio come la Cocaina, provocano un accumulo del
neurotrasmettitore Dopamina con l'inibizione del suo riassorbimento
(così come maggiore produzione di Adrenalina e Noradrenalina).
Tale eccessiva presenza causa una iper stimolazione celebrale che
fornisce sensazione di euforia, forza, sicurezza e benessere.
...
A differenza però della Cocaina, le amfetamine sono
metabolizzate ed eliminate molto più lentamente dall'organismo,
con effetti quindi maggiormente lunghi, intensi e dannosi. ...
Iniziò allora la diffusione delle Amfetamine, le quali ebbero
subito un grande successo. Questo per l'efficacia nel trattamento delle
affezioni asmatiche, ma anche e soprattutto per le loro
proprietà molto stimolanti, scoperte per caso dalle persone che
ne facevano uso. Tale caratteristica sottese la distribuzione
di amfetamine ai soldati americani durante il secondo conflitto,
questo per renderli appunto maggiormente efficienti e per sostenerli
psicologicamente.
... ...
Il
potenziale di
produzione, diffusione e
consumo delle Amfetamine è purtroppo molto elevato a causa degli
ingredienti abbastanza economici e di facile reperibilità che
servono per produrle. Inoltre esse possono essere utilizzate
come
sostanze eccipienti per confezionare LSD o Ecstasy,
aggiungendo in tal modo i loro effetti negativi e possibili danni a
quelli, ugualmente pericolosi e gravi, dei suddetti allucinogeni.
Le
Amfetamine possono essere fumate, sniffate ("Snorting"), ingerite o
iniettate
e tra esse la via endovenosa è quella che produce effetti in
tempi più veloci (quasi immediati), mentre le altre
modalità di assunzione inducono iper attivazione e
benessere nel giro di alcuni minuti. In specifico la
Metamfetamina
è chimicamente strutturata in modo simile rispetto
all'Amfetamina, ma possiede effetti maggiormente intensi sul sistema
nervoso. Entrambe, come già accennato, inducono una forte
euforia ed un generale aumento dell'attività psico-fisiologica,
una diminuzione del senso di stanchezza e di fame, una sensazione di
benessere diffuso ed umore elevato. La Metamfetamina
come droga d’abuso e dipendenza è conosciuta e definita "Speed", "Ice",
"Crystal", "Shaboo", "Cranck"
o più frequentemente con il diminutivo di "Met".
Essa si presenta come una polvere bianca e cristallina, inodore, amara
al sapore e solubile in acqua o altri liquidi come ad esempio l'Alcol.
I suoi effetti iniziano con un "Flash" iniziale di alcuni minuti,
ovvero un senso di attivazione ed agitazione molto alto, ed hanno una
lunga durata, dalle 3 alle 6-8 ore.
Sotto
l’effetto dello Shaboo
c’è chi sviluppa forti paranoie o fobie, chi crede di poter
volare, chi vaneggia di omicidi o violenze, chi riesce a non dormire
per tre giorni di seguito.
Avviso
importante
riguardante l'utilizzo del
sito / To
a better use of the site:
Questo
sito e i libri
che ne derivano NON sono di INFORMAZIONE, ma si costituiscono come una
specie di ENCICLOPEDIE TEMATICHE, in
cui vengono presentati e
discussi vari argomenti
da leggersi e soprattutto da CONSULTARE di
volta in volta.
This
site and the book do NOT be a fount of notices but an ENCYCLOPEDIC
gather of different
subjects: one another to
be read time by time, or better to
be CONSULTED
even for learning.
And
so this Web
site will always be
maintained
under speedy and diligently revised construction.
L'intero
sito è ora
pubblicato in un libro
enciclopedico - pur privo
degli
ultimi aggiornamenti: per
copertina, frontespizio e ulteriori spiegazioni vedi file Libro
/ Book.
The complete site -
even if already at
present lacking
of
the newest up-dates - is
ready
also as an Encyclopedic Libro /
Book:
Questa
rielaborazione
del famoso Sonno
della
ragione
di Goya
- ufficialmente
copyright - è resa molto
più
inquietante dell'originale per essere
utilizzata come copertina
del libro e spiegata
dal DisegnatoreAndrzej
(Andrew) Suda/ This powerful,
more puzzling creative
modification of the Goya's
Sleep
of reason - marked by the official
Copyright
- here is used as book
cover's
image, and explained by the DesignerAndrzej
(Andrew) Suda: should
look just
like many of the
events described by the victims: they exist,
are
bothersome,
and we don’t know exactly WHY they are there but
they are
there…
[come molti dei fatti descritti dalle vittime: essi
esistono, turbano e noi non riusciamo a conoscere esattamente
il
PERCHE'
ci siano, ma ci sono...] About the
Book: Rauni
Leena Kilde MD., Dr.
Reinhard Munzert, Kathy
Sullivan, David
Larson,
and many others...
Please support the truth with the purchase of our book. This will
document many technologies and mind control weapons that have been kept
hidden from the mainstream public. Over 600 pages of action packed
TRUTH! This book not only documents the
case of
Andrzej Suda, it is also
filled with documentation from the worlds most influential documented
cases of psychological abuse, electronic harassment, organized stalking
and mind control. Some cases include
It's
Abuse
NOT Science
fiction, e dalla data di pubblicazione - 14 luglio 2005 -
molto
è cambiato e molti
DOCUMENTI sono stati sia sostituiti che aggiunti. In attesa di
una completa nuova
edizione
del volume principale ne viene
per ora edito un SUPPLEMENTO INTEGRATIVO per meglio diffondere i
più
recenti
e IMPORTANTIUP-TO-DATE
DOSSIERS. La loro diffusione ora è
asicurata da
una PUBBLICAZIONE che si costituisce in un autonomo
VOLUME.
*************************
The book
previously
published at present needs to be modified
It's
Abuse NOT Science fiction
published
on July 14 2005 shortly
became OUT OF DATE and so required to
present also the consequent novelties coming
from readers comments, from new deeds and MOSTLY on nowadays
flash-back
discolosures. UP-TO-DATE
DOSSIERS of It's Abuse
NOT Science fiction = Gli Abusi
mentali,
fisici e
tecnologici NON sono Fantascienza for the
time being launched as supplementary
book,
supplementary but matching
also by itself not only for propose simple
improvement, rather mostly to share some new particular important
DOCUMENTS.
[Active
Copyright]
Valid. WebSite 09/01/2011 08:36:49 PDF Receipt
Download Copyright
Find all
the current Wikileaks
Mirrors and Links here.
Helpful, if the main site - wikileaks.org - is down.
WikiLeaks global
defense of
sources and press freedoms, circa now / 25
April, 2011 Have documents the world needs to see? We help you safely get the truth out.
We are of
assistance to peoples
of all
countries who wish to reveal unethical behavior in their governments
and institutions. We aim for maximum political impact. Disclosed
documents are classified, censored or otherwise opaque to the public
record. We rely on readers to alert their communities and press to the
revelations here. Go to it!
Wikileaks
sviluppa una specie di Wikipedia
non censurabile, destinata alla pubblicazione massiva e all'analisi di
documenti segreti. Il termine "to leak", (letteralmente, trapelare)
significa rendere pubblica un'informazione senza autorizzazione
ufficiale, nonostante gli sforzi per tenerla segreta. Il nostro
principale interesse è smascherare le azioni di regimi
oppressivi in Asia, nell'ex blocco sovietico, nel Medio Oriente e
nell'Africa Sub-sahariana, ma collaboriamo anche con le persone che
desiderano svelare comportamenti non etici dei loro governi e delle
loro aziende. Puntiamo ad ottenere il massimo impatto politico. La
nostra interfaccia è simile a quella di Wikipedia,
ed è
usabile da qualunque tipo di persona. Fino ad ora abbiamo ricevuto
più di 1,2 milioni di documenti provenenti da gruppi dissidenti
e fonte anonime
(L'articolo
originale / the
original article)
New
Science Raises the Specter of a
World Without
Regret
A
soldier faces a
drab cluster of buildings
off a
broken highway, where the enemy is encamped among civilians. Local
farmers and their families are routinely forced to fill the basements
and shacks, acting as human shields for weapons that threaten the lives
of other civilians, the soldier's comrades, and his cause in this messy
21st-century war.
There will be no surgical strikes tonight.
The
artillery this soldier can unleash with a single command to his mobile
computer will bring flames and screaming, deafening blasts and
unforgettably
acrid air. The ground around him will be littered with the broken
bodies
of women and children, and he'll have to walk right through. Every
value
he learned as a boy tells him to back down, to return to base and find
another way of routing the enemy.
Or, he reasons, he could complete the task
and
rush back to start
popping
pills that
can, over the course of two weeks, immunize
him
against a lifetime of crushing remorse. He
draws
one last
clean
breath and fires.
Pills like those won't be available to the
troops
heading off for possible war with Iraq, but the
prospect of a soul absolved by meds remains very real. Feelings of
guilt
and regret travel neural pathways in a manner that mimics the tracings
of ingrained fear, so a PROPHILACTIC against one could guard against
the
other.
Several current lines of
research,
some
federally
funded,
show strong promise for this.
At the University of
California
at Irvine,
experiments
in rats indicate that the brain's hormonal reactions
to fear can be inhibited, softening the formation of memories and the
emotions
they evoke.
At New York
University,
researchers are
mastering
the means of short-circuiting the very wiring of primal fear. At Columbia
University one Nobel laureate's lab has discovered the gene
behind
a
fear-inhibiting
protein, uncovering a vision of fight
or flight at the molecular
level.
In Puerto Rico, at the Ponce School
of Medicine,
scientists are
discovering ways
to help the brain unlearn fear and inhibitions by stimulating it with
magnets.
And at Harvard
University,
survivors of car accidents are already
swallowing
propranolol pills, in the first human trials of that common cardiac
drug
as a means to nip
the
effects of trauma in
the
bud.
The web of your
worst
nightmares, your hauntings and panics and SHAME, radiates
from
a dense knot of neurons called the amygdala. With each new frightening
or humiliating experience, or even the reliving of an old one, this
fear
center triggers a release of hormones that sear horrifying impressions
into your brain. That which is unbearable becomes unforgettable too.
Unless,
it seems, you act quickly enough to block traumatic memories from
taking
a stranglehold.
Some observers say that in
the name of human decency there are some things people should have
to
live with. They
object to the
idea of medicating away one's
conscience.
It's
the
morning-after
pill for just about anything that produces REGRET, REMORSE, pain, or
GUILT says Dr.
Leon Kass,
chairman of the President's
Council on
Bioethics, who emphasizes that
he's
speaking as an individual and not on behalf of the council.
That's
the DEVIL
PILL he
says. That's
the monster
pill, the ANTI-MORALITY pill. That's the pill that can make men and
women
do anything and think they can get away with it. Even if it doesn't
work,
what's scary is that a young soldier could believe it will.
Are
we ready
for the
infamous Nuremberg plea
—
I was just
following
order
—to
be made
easier
with pharmaceuticals?
Though
the research
so far has been
limited
to animals and the most preliminary of human trials, the question is
worth
debating now.
If
you have
the pill, it certainly
increases
the temptation for the soldier to lower the standard for taking lethal
action, if he thinks he'll be numbed to the personal risk of
consequences. We
don't want soldiers saying willy-nilly, 'Screw it. I can take my
pill
and even if doing this is not really warranted, I'll be OK'
says psychiatrist Edmund G. Howe,
director of the Program on
Medical
Ethics at the Uniformed Services University of the Health Sciences.
If
soldiers are going to have that lower threshold, we might have to build
in even stronger safeguards than we have right now against, say,
blowing
away human shields. We'll need a higher standard of proof [that an
action
is justified].
The
scientists behind this advance into
the shadows of memory and fear don't dream of creating morally
anesthetized
grunts.
They're trying to
fend off post-traumatic
stress disorder,
or
PTSD,
so that women
who've been raped
can leave
their
houses
without
feeling like targets. So that survivors of terrorist attacks can
function,
raise families, and move forward. And yes, so that those young
soldiers aren't left shattered for decades by what they've seen and
done
in service. Combat
and
psychoactive chemicals have
always
been inseparable, whether the agent was alcohol or a space-age pill. A
half-century
after Japan hopped its soldiers up on methylamphetamines
during World
War
II, the
U.S. has pilots
currently in the dock for
mistakenly
bombing Canadian troops while using speed to stay awake. When Eric
Kandel,
the Nobel laureate in medicine
who works out of Columbia, was
asked
if
his genetic
exploration
of fear
was funded
by the Pentagon's
Defense
Advanced
Research Projects Agency, he
quipped,
No,
but
you're welcome to call
them
and tell them about me.
Imagine
a world where the
same pill soothed victims and perpetrators alike.
Henry
David Thoreau advised, Make
the most
of your regrets; never
smother
your sorrow... To regret deeply is to
live afresh.
Without remorse, there
would have been
no John
Newton, a slave trader who found religion during a harrowing
storm
at
sea
and later became an abolitionist; he's best known for penning Amazing
Grace.
For
doctors, the
drugs would present a
tricky
dilemma. Most people exposed to traumatic situations don't end up with PTSD,
but there are few means of knowing on the spot who might need treatment
much further down the line. Researchers say that for the medicines to
be
effective, patients would need to take them soon after the upsetting
event. The
temptation for physicians might be to err on the side of caution, at
the
cost of curbing normal emotional responses.
Victims might be
eager to avoid lasting pain, wrongdoers the full sting of
self-examination.
The
impulse
is to help people to not
fall
apart.
You don't want to condemn that, says Kass. But
that you would treat these things with equanimity, the horrible things
of the world,
so that they don't disturb you ... you'd cease to be a
human being.,
The
very idea of PTSD
has been
attacked as
a
social construction, a vague catchall that provides EXCULPATION
for the misdeeds of war. But researchers
are
trying
to prevent the onset of a disease, not change the social circumstances
that bring it about. James L. McGaugh, a
neurobiologist at U.C.
Irvine whose study of stress hormones and memory
consolidation in
rats
is one of the cornerstones of the effort, acknowledges the ambiguities
but comes out swinging in defense of his work.
Is
it immoral
to weaken
the memory of horrendous acts a person has committed? Well, I suppose
one
might make that case. Some of your strongest memories are of
embarrassments
and of the guilty things you did. It doesn't surprise me at all that
people
would wake up screaming, thinking of the young children they killed in
Vietnam, McGaugh says. But
is
treating that worse than saying,
'Don't
worry if your leg is shot off, we've got penicillin and surgery to
prevent
you from dying of infection'? Why is it any worse to give them a drug
that
prevents them from having PSTD for the rest of their lives? The moral
dilemma
is sending people to war in the first place.
Nevertheless,
fellow
fear
researcher Dr.
Gregory
Quirk of the Ponce
School of Medicine, in Puerto Rico, is troubled by
how
his work might be used if it progressed from studies of rats to
therapies
for humans. He argues that fear isn't created and degraded in
the
amygdala alone, but is also unlearned in the prefrontal cortex, which
in PTSD
patients is only weakly active. Quirk thinks a physician could
stimulate
those areas with magnets while patients view the images they fear, and
could thus restore balance to the mind.
With
that
same method, he says, firemen
could
stave
off episodes of life-threatening panic. Certainly
the military might be interested in something like that,
he
says. If
this would be used to go against fear that's important for survival or
morality, I would have a problem with that.
There
are reasons to
believe our
military
would
covet mastery of Quirk's technique in humans.
People
at war dehumanize their enemies to make killing more palatable.
Now, in
the war on terror, our modern cultural taboos against torture are
fraying.
Put yourself in the room then. The
commission
of heinous acts, even deliberate torture, can also visit lifelong
torment on
perpetrators
who aren't hardwired very well to be sadistic. The
sounds of screaming —
a primordial
alert that mortal danger is
near — trigger
those damning hormones even in the torturer.
And couple Quirk's
magnetic
manipulation of the brain with this:
One
of
the
horrible things I
discovered
after the Gulf War was that, because of the coeducation of wars, as it
were, male soldiers were given extensive DESENSITIZATION training to
make
them able to hear women being raped and tortured in the next room
without
breaking It's
a deformation of the soul
of the
first order. I cannot speak about it without outrage.
But
a trauma-born
irrational
aversion to
necessary
war — pacifism in the face of an expanding evil — isn't healthy either.
Such
emotions can blind us as well as make us wiser, says Howe. It's
possible
that these kinds of drugs would help patients see in a clearer way.
On
the flip side, could anyone possibly maintain that Ahab was a better
captain
for not having been chemically mollified after the white whale bit off
his leg? An uncomfortable reality is that war isn't an aberration; it
has
a very codified place in our culture. We agree through treaties to
normalize
it. We
demand
punishment for soldiers who violate those treaties,
though
more often those from the losing side. But we don't deny them medical
treatment.
And one needn't have committed a war crime to feel wracked by sorrow. In
my dreams I meet six Vietnamese people I murdered. Whether they had a
gun
on them is irrelevant says
Romo, who,
as a 19-year-old lieutenant,
served
as a platoon leader in the 196th Light Infantry Brigade in 1967 and 1968.
His ticket home was as a body escort for his similarly aged nephew, who
served in the same unit. I
returned to the United States on my
nephew's
dead body, he says.
Romo and veterans like
him have taken
it
upon
themselves to
use their experiences to teach peace. But
veterans torn
apart
by PTSD
don't have a choice about being Exhibit A in the case against
war.
When
you see what
can happen to a young person, it passes on in a very
real way, not in a history-class sense, that reality of what war and
blood
really is,
Who are
we to impose this emotional albatross on
soldiers?
As a nation, we elect our leaders. It seems unjust to make veterans a
special
class to suffer for our sins in wrongheaded wars, or pay a continuing
price
for victory in the "good" ones.
That's
a heavy
burden to put on people to
preserve
the morality you're talking about,
says Dr. Roger K. Pitman of Harvard
University,
who's leading the propranolol
study
in people fresh from car accidents. By
that same
logic, if you could make a
lightweight bulletproof
garment
for soldiers we still shouldn't do it. For moral reasons we ought to
make
them able to be shot, to preserve the cost of war, the deterrent to
war.
But we work to prevent our
soldiers from
being
shot, and I say there are mental bullets flying around there,
too he says.
There's
another context to be
considered as
well,
McGaugh notes, one that was made clear by the recent demand from
representatives Charles B.
Rangel of
New York and John
Conyers Jr.
of Michigan that
we
reinstate the draft to address racial and economic inequities.
Who
are
our soldiers? McGaugh
asks. They are in
the wrong place at the wrong
time. Very few of their daddies go to Harvard, Yale, or
Princeton.
But PTSD
doesn't
result
solely from war. When Kass first heard of
McGaugh's
research, at a presentation in October, he
had
a far more intimate horror in mind-rape.
At
fraternit
parties they'll
be
popping Ecstasy at night and forgetfulness in the morning,
he
growls. The
victim would be an obvious candidate for an anti-trauma drug. Would
dulling
her emotional memories of the event help her to endure the lengthy,
perhaps
humiliating, pursuit of justice through the courts, or would it rob her
of the righteous anger she'll need to persevere and perhaps the empathy
to later help other victims? The rapist is part of the equation too.
If
his victim stabbed him in her own defense, no doubt he would be bodily
healed. No physician could refuse to treat him. If
such a
person had
PTSD
stemming from the circumstances of the act, he could be a candidate
[for
therapy] Pitman
says.
How
much of our REMORSE
do we have a right to dispense with, and how
much exists in
service to others, a check on our worst impulses?
Each
experience we have changes our brain and in some sense alters who we are Dr.
Joseph
E. LeDoux of NYU, who studies says EMOTIONAL
MEMORY.
The
more significant the experience, the more the
alteration.
We have to decide as a society how far we want to go in changing the
self.
Science will surely give us new and powerful ways of doing this.
Individuals
may want more change than society wants to permit.
WIRES
IN THE BRAIN (Fili elettrici nel cervello Luce347
| 29 luglio 2009
Rodolfo Llinas racconta la storia di come ha sviluppato fasci di
nano-fili meno spessi di una ragnatela che possono essere inseriti nei
vasi sanguigni del cervello umano. Si poteva fruire di questo video
italiano: MISTERO:
IL
CANDIDATO MANCHURIANO estratto dalla puntata del dell'8-02-2011 ma
ora
non
più disponibile come tale a
causa
di un reclamo di violazione del copyright richesta
da R.T.I." Vedi - e però anche
sospettane
l'attendibilità - di un altro "Mistero"pure in onda su Italia1
In
the interest of supporting US troops: Please forward.
NEW
YORK
TIMES - 12 February 2011 For Some Troops, Powerful
Drug
Cocktails Have Deadly Results: drug dependency, suicide and fatal
accidents -- sometimes
from the INTERACTION
of
the drugs
themselves - by James Dao, Benedict Carey and Dan Frosch and written by
Mr. Dao.
In
his last months
alive, Senior
Airman Anthony Mena rarely left
home without a backpack filled with medications. He returned
from
his second deployment to Iraq complaining of back pain, insomnia,
anxiety and nightmares. Doctors diagnosed post-traumatic stress
disorder and prescribed powerful cocktails of psychiatric drugs and
narcotics. Yet his pain only deepened, as did his depression. "I
have almost given
up hope," he told a doctor in 2008, medical records show. "I
should
have died in Iraq." Airman Mena died instead in his
Albuquerque
apartment, on July 21,
2009, five months after leaving the Air Force on a medical discharge. A
toxicologist found eight prescription medications in his blood,
including three antidepressants, a sedative, a sleeping pill and two
potent painkillers. Yet his death was no suicide, the medical examiner
concluded. What
killed Airman Mena was not an overdose of any one drug, but the
interaction of many.He
was 23. After a decade of treating thousands of
wounded
troops, the military's
medical system is awash in prescription drugs -- and the results have
sometimes been deadly.
By some estimates, well over 300,000 troops have returned from Iraq or
Afghanistan with P.T.S.D., depression, traumatic brain injury or
some combination of those. The Pentagon has looked to
pharmacology to treat those complex problems, following the lead
of civilian medicine. As a result, psychiatric drugs have been used
more widely across the military than in any previous war. But those
medications, along with narcotic painkillers, are being
increasingly linked to a rising tide of other problems, among
them drug dependency, suicide and fatal accidents
-- sometimes
from the INTERACTION of the drugs themselves. An Army report
on
suicide released
last year documented the problem, saying one-third of the force was on
at least one prescription medication. "Prescription drug use is on the
rise," the report said, noting that
medications were involved in one-third of the record 162 suicides by
active-duty soldiers in 2009. An additional 101 soldiers died
accidentally from the toxic mixing of prescription drugs from 2006 to
2009.
"I'm not a doctor, but there is something inside that tells me
the
fewer of these things we prescribe, the better off we'll be,"
Gen.
Peter W. Chiarelli, the vice chief of staff of the Army who has led
efforts on suicide, said in an interview. Growing awareness
of the
dangers of overmedicated troops has prompted
the Defense Department to improve the monitoring of prescription
medications and restrict their use. In November, the Army
issued a
new policy on the use of multiple
medications that calls for increased training for clinicians, 30-day
limits on new prescriptions and comprehensive reviews of cases
where patients are receiving four or more drugs. The Pentagon
is
also promoting measures to prevent troops from
stockpiling medications, a common source of overdoses. For
instance,
the Navy, which provides medical care for Marines, has begun pill "give
back"
days on certain bases. At Camp Lejeune, N.C., 22,000 expired pills were
returned in December. The Army and the Navy are also offering more
treatments without drugs,
including acupuncture and yoga. And they have tried to expand
talk
therapy programs -- one of which, exposure therapy,
is
considered by
some experts to be the only proven treatment for P.T.S.D. But shortages
of mental health professionals have hampered those efforts.
Still,
given the depth of the medical problems facing combat veterans,
as well as the medical system's heavy reliance on drugs, few experts
expect the widespread use of multiple medications to decline
significantly anytime soon.
The
New York Times reviewed
in
detail the cases of three service
members who died from what coroners said were toxic interactions of
prescription drugs. All were classified accidents, not suicides.
Airman Mena was
part of a
military police unit that conducted combat
patrols alongside Army units in downtown Baghdad. He cleaned up the
remains of suicide bombing victims and was nearly killed by a bomb
himself, his records show. Gunnery Sgt. Christopher Bachus had spent
virtually his entire adult
life in the Marine Corps, deploying to the Middle East in 1991, Iraq
during the invasion of 2003 and, for a short tour, Afghanistan in 2005.
He suffered from what doctors called survivor's guilt and came
back "like a ghost," said his brother, Jerry, of Westerville, Ohio.
Cpl.
Nicholas Endicott joined
the Marines in 2003 after working as a
coal miner in West Virginia. He deployed twice to Iraq and once to
Afghanistan, where he saw heavy combat. On one mission,
Corporal
Endicott was blown more than eight feet in the air by a roadside bomb,
medical records show. He came home plagued by nightmares and flashbacks
and rarely left the house. Given the complexity of drug interactions,
it is difficult to know precisely what killed the three men, and the
Pentagon declined to discuss their cases, citing
confidentiality.
But there were important similarities to their stories.
All the men had been deployed multiple times and eventually received
diagnoses of P.T.S.D. All had five or more medications in their systems
when they died, including opiate painkillers and
mood-altering
psychiatric drugs, but not alcohol. All had switched drugs repeatedly,
hoping for better results that never arrived. All died in
their
sleep.
Psychiatry and Warfare
The
military medical system has
struggled to meet the demand caused by
two wars, and to this day it still reports shortages of therapists,
psychologists and psychiatrists. But medications have always
been
readily available. Across all branches, spending on psychiatric drugs
has more than
doubled since 2001, to $280 million in 2010, according to numbers
obtained from the Defense Logistics Agency by a Cornell
University psychiatrist, Dr. Richard A. Friedman. Clinicians in the
health systems of the Defense and Veterans Affairs
Departments say that for most patients, those medications have proved
safe. "It is important not to understate the benefit of these
medications,"
said Dr. Robert Kerns, the national director of pain
management for the Department of Veterans Affairs. Paradoxically, the
military came under criticism a decade ago for not
prescribing enough medications, particularly for pain. In its
willingness to prescribe more readily, the Pentagon was trying to
meet standards similar to civilian medicine, General Chiarelli said.
But the response of modern psychiatry to modern warfare has not always
been perfect. Psychiatrists still do not have good medications
for
the
social withdrawal, nightmares and irritability that often accompany
post-traumatic stress, so they mix and match drugs, trying to
relieve symptoms.
These
decisions
about medication are
difficult enough in civilian
psychiatry, but unfortunately in this very-high-stress population,
there is almost no data to guide you, said Dr. Ranga R.
Krishnan,
a psychiatrist at Duke University. The psychiatrist is trying
everything and to some extent is flying blind.
Thousands of
troops struggle
with insomnia, anxiety and chronic pain --
a combination that is particularly treacherous to treat with
medications. Pairing a pain medication like oxycodone, a
narcotic,
with an anti-anxiety drug like Xanax, a so-called benzodiazepine,
amplifies the tranquilizing effects of both, doctors say. Similarly,
antidepressants like Prozac or Celexa block liver enzymes
that help break down narcotics and anxiety drugs, extending their
effects.
The
sedation is
not necessarily two
plus two is four, said Cmdr.
Rosemary Malone, a Navy forensic psychiatrist. It could be
synergistic. So two plus two could be five.
Commander Malone
and other
military doctors said the key to the safe
use of multiple prescriptions was careful monitoring: each time
clinicians prescribe drugs, they must review a patient's records
and adjust dosages to reduce the risk of
harmful interactions.
The
goal is to
use the least amount of
medication at the lowest doses possible to help that patient,
she said.
But there are
limits to the
monitoring. Troops who see
private clinicians -- commonly done to avoid the stigma of seeking
mental health care on a base -- may receive medications that are not
recorded in their official military health records. In the case of
Sergeant Bachus of the Marines, it is far from clear
that he received the least amount of medication possible. He saw combat
in Iraq, his brother said, and struggled with alcoholism, anxiety,
flashbacks, irritability and what doctors called survivor's
guilt after
returning home. "He
could make himself the
life of the party," Jerry Bachus recalled. "But he
came back a
shell, like a ghost."
Sergeant Bachus received a diagnosis of P.T.S.D., and starting in 2005,
doctors put him on a regimen that included Celexa for depression,
Klonopin for anxiety and Risperdal, an antipsychotic. In 2006, after a
period of stability, a military doctor discontinued his medications.
But six months later, Sergeant Bachus asked to be put on them again.
According to a detailed autopsy report, his depression and anxiety
worsened in late 2006. Yet for unexplained reasons, he was allowed to
deploy to Iraq for a second time in early 2007. But when his commanders
discovered that he was on psychiatric medications, he was sent home
after just a few months, records show. Frustrated and ashamed that he
could not be in a front-line unit and unwilling to
work
behind a desk, he applied in late 2007 for a medical retirement, a
lengthy and often stressful process that seemed to darken his mood. In
early March 2008, a military doctor began giving him an opiate
painkiller for his back. A few days later, Sergeant Bachus, 38, called
his wife, who was living in Ohio. He sounded delusional, she told
investigators later, but not suicidal.
You
know, babe,
I am really tired, and
I don't think I'll have any problems falling asleep tonight,
he
told her.
He was found
dead in his
on-base quarters in North Carolina nearly three days later.
According to the autopsy report, Sergeant Bachus had in his system two
antidepressants, the opiates oxymorphone and oxycodone, and Ativan
for anxiety. The delirium he experienced in his final days was
most
likely due
to the interaction of
his medications,
the report said.
Nearly 30
prescription pill
bottles were found at the
scene, most of them recently prescribed, according to the report. Jerry
Bachus pressed the Marine Corps and the Navy for more information about
his brother's death, but received no further explanations.
There
was
nothing accidental about it,
he said. It was inevitable.
Self-Medicating
The
widespread availability of
prescription medications is increasingly being linked by military
officials to growing substance abuse, particularly with opiates. A
Defense Department survey last year found that the illegal use of
prescription drugs in the military had tripled from 2005 to 2008, with
five times as many troops claiming to abuse prescription drugs than
illegal ones like cocaine or marijuana.
The problem has become particularly acute in specialized units for
wounded troops, where commanders say the trading of
prescription
medications is rampant. A report released last month by the
Army
inspector general estimated that up to a third of all soldiers in these
Warrior Transition Units are overmedicated, dependent on medications or
have easy access to illegal drugs.
Some of that abuse is for recreational purposes, military officials
say. In response, the Army has taken several steps to tighten the
monitoring of troops on multiple prescriptions in the transition units.
But in many cases, wounded troops are acquiring drugs improperly
because their own prescriptions seem ineffective, experts say. They are
self-medicating, sometimes to death.
This
is a huge
issue, and partly it's
due to the availability of prescription drugs among returning troops,Everyone
knows someone who'll say, 'Hey, this worked for me, give it a try.'
said Dr. Martin P. Paulus, a
psychiatrist at
the University of
California, San Diego, and the V.A. San Diego Medical Center.
Corporal Endicott,
for
instance, died after adding the opiate
painkiller methadone to his already long list of prescribed
medications. His doctors said that they did not know where he got the
narcotic and that they had not authorized it. Corporal Endicott, who
survived a roadside bomb explosion, was in
heavy fighting in Afghanistan, where he saw other Marines killed. After
returning from his third deployment, in 2007, Corporal Endicott told
doctors that he was having nightmares and flashbacks and rarely left
his house. After a car accident, he assaulted the other driver,
according to medical records. Doctors diagnosed P.T.S.D. and came to
suspect that Corporal Endicott had a traumatic brain injury.
Over the coming year, he was prescribed at least five medications,
including the antidepressants Prozac and Trazodone, and an anti-anxiety
medication. Yet he continued to have headaches, anxiety and
vivid nightmares. "He would be hitting the headboard,"
said his
father, Charles. "He would be saying: 'Get down! Here they
come!' "
On Jan. 29, 2008, Corporal Endicott was found
dead
in his room at the National Naval Medical Center in Bethesda, Md.,
where he had checked himself in for anger management after another car
accident. He
was 26.
A toxicologist detected at least nine prescription drugs in his system,
including five different benzodiazepines, drugs used to reduce anxiety
or improve sleep. Small amounts of marijuana and methadone -- a
narcotic that is particularly dangerous when mixed with benzodiazepines
-- were also found in his body. His death prompted Marine
Corps
officials at Bethesda and Walter Reed Army Medical Center to initiate new
procedures to
keep Marines from inappropriately mixing medications, including
assigning case managers to oversee patients, records show.
Whether Corporal Endicott used methadone to get high or to relieve pain
remains unclear. The Marine Corps concluded that his death was not due
to misconduct.
He
survived over there, his
father said. Coming home and dying in a hospital? It's a
disgrace.
Trying
to Numb the Pain
Airman
Mena
also returned from war a drastically changed man. He had deployed to
Iraq in 2005 but saw little action and wanted to go back. He got the
chance in late 2006, when sectarian violence was
hitting a peak. After coming home, he spoke repeatedly of feeling
guilty about missing patrols where a sergeant was killed and where
several platoon mates were seriously wounded. Had he been driving on
those missions, he told therapists, he would have avoided the attacks.
On
my first day,
I saw a total of 12
bodies, he said in one psychological assessment. Over
there, I
lost faith in God, because how can God allow all
these dead
bodies?
By the summer of
2008, he was
on half a dozen medications for
depression, anxiety, insomnia and pain. His back and neck pain
worsened, but Air Force doctors could not pinpoint a cause. Once
gregarious and carefree, Airman Mena had become perpetually irritable.
At times he seemed to have hallucinations, his mother and friends said,
and was often full of rage while driving. In February 2009, he received
an honorable discharge and was given a 100 percent disability rating by
the Department of Veterans Affairs, meaning he was considered unable to
work. He abandoned plans to become a police officer. Now a veteran, his
steady medication regimen continued -- but did not seem to make him
better. His mother, Pat Mena, recalls him being unable
to sleep yet also listless, his face a constant shade of pale. Shocked
by the piles of pills in his Albuquerque apartment, she once flushed
dozens of old prescriptions down the toilet. Yet for all his
troubles, he seemed hopeful when she visited him in early July 2009. He
was making plans to open a cigar store, which he planned to call Fumar.
His mother would be in charge of decorating it. The night after his
mother left, he put on a new Fentanyl patch, a powerful narcotic often
used by cancer patients that he had started using just five weeks
before. The Food and Drug Administration issued warnings about the
patches in 2007 after deaths were linked to it, but a private clinic in
Albuquerque prescribed the medication because his other painkillers had
failed, records show. With his increasingly bad memory, he often forgot
what pills he was
taking, his mother said. That night when he put on his new patch, he
forgot to remove the old one. He died early
the next day.
Was the Fentanyl the cause? Or was it the hydromorphone, another
narcotic found in his system? Or the antidepressants? Or the
sedative Xanax? Or all of the above? The medical examiner could not say
for sure, noting simply that the drugs together had caused "respiratory
depression."
The
manner of
death, the autopsy
concluded, is accident.
In
the interest of
supporting US troops: Please forward
Una
pregnante testimonianza italiana:
In
rapporto al sogno intero o a
frammenti di sogni si parla di condensazione
richiamandosi al fatto che «il sogno è scarno, misero,
laconico in
confronto alla mole ed alla ricchezza dei pensieri del sogno» [nota 9: S. Freud, L’interpretazione dei sogni,
cit., p. 259]. Ma questa nozione diventa per noi particolarmente
interessante quando essa viene riferita ai singoli elementi del sogno.
Risulta allora subito la stretta dipendenza della nozione di
condensazione dalle associazioni libere come metodo
dell’interpretazione.
In
generale, e non
dunque soltanto nel caso dei sogni, un qualunque contenuto che venga
proposto in un "gioco associativo" può dar luogo a più di
una catena associativa.
da
Freud L’interpretazione dei sogni
I
pragrafi che
seguono si trovano per esteso nel capitolo 5 del libro Up-to-date
Dossiers
e in
continuo completamento links e soraprattutto testimonianze anche nel
file dedicato ESPERIMENTI
SU BAMBINE/I
e nel più "stabile" file derivato in
/ On Esperimenti
su bambine/i and on
related
one can
find also an excerpt of
English translation besides some very significant pictures
a
and the ever to be completed links or mostly new testimonies.)
"Associazioni
libere" dall'analisi di
un sogno
- qui non trascritto, ma presente in forma autentica nel dossier
cartaceo dell'Associazione - del 27
agosto 2005.
.... Le
chiedo cos’ha contro di me, dato che non ci conosciamo e lei facendo
una
smorfia mi risponde così :
- Il
tuo appartamento è
in un caos
indicibile,
come fai a
tenerlo così? E poi mi dai
l’impressione di essere
una persona falsa…
.....
Ho
sempre
pensato
che
tutto ciò che mi è accaduto fosse colpa mia. Non ero mai
abbastanza, sempre troppo poco, inadeguata in ogni situazione e in ogni
momento. Poco intelligente, poco simpatica, poco carina e riuscivo ad
arrivare sempre in ritardo su tutto…ma alla Base
(*) e
altrove, riuscivo ad
essere efficace, avendo la sensazione e a volte la certezza, di
esistere, perchè qualcuno si era accorto di me ed io mi sentivo
a
casa, un alloggio disordinato, caotico, pieno di sangue,
di
fiori, di aria
grigia e pesante dove ogni tanto un raggio di sole arrivava e
c’era un
letto con una bella coperta colorata e vicino un piccolo comodino ed il
bagno in camera. Avevo tanti libri, alcuni di studio, altri di
lettura, perchè il
cervello andava tenuto in costante allenamento. Giochi
di guerra su un tavolo per allenare il cervello ad organizzare e ad
agire quasi simultaneamente. Era strepitoso come mi riuscivano facili e
allora pensavo che non dovevo essere così stupida e inutile come
immaginavo; ma allora perchè alla fine nessuno mi amava, anche
qui dove
faccio molto bene ciò che mi chiedono, mi accorgo che l’affetto
non c’è
ed ho la spiacevole
sensazione di
confondere le cose, di vedere e non
capire, di non sapere nulla in realtà, se non quello di
‘’sembrare’’ di
sapere e non è la stessa cosa!
-
Perchè non vieni a prendermi papà? Perchè
non ti accorgi che non sto bene? - - Portami via, ti prego.
La
mia
cella, il
mio alloggio è tutto quello che ho, oltre a tanti scheletri
nell’armadio…
- Abbiamo
grandi
progetti per te, ma devi fidarti di noi che siamo diventati la tua
famiglia. Ti educheremo, ti alleneremo, ti alimenteremo, diventerai
ciò che
vuoi e noi saremo sempre con te.
A
volte mi
rannicchiavo
sul letto e dondolandomi pensavo che tutto prima o poi ha una
fine, basta avere pazienza e saper aspettare, pensavo anche che tutto
sommato mi piaceva stare da sola… oppure mi hanno detto che
la
solitudine dà forza..? Parlavo con il comodino e gli raccontavo
i fatti
miei e lui a volte mi rispondeva, sorridendo, che andava tutto bene.
Ma
chi pensava cosa? Era
il mio
cervello o erano tanti cervelli che si
parlavano fra di loro interferendo uno con l’altro?
-
IO DOVE
SONO???
Che
confusione…. qualcuno vuole parlare con me,ma non sono in casa, o
meglio, ci sono, chissà in quale stanza e allora subentra
qualcun altro
ed io lo sento che la
mia testa
è abitata da tanti cervelli, ma che
stando in una piccola stanza si danno noia a vicenda. Mi chiedono di
fare qualcosa, io non voglio, così lo chiedono a qualcuno
d’altro e
l’altro credo che lo faccia perchè mi sveglio altrove
senza
memoria. Succede spesso, mi sveglio per un attimo, vedo
del
sangue, poi
scompaio. Allora io non sono brava,sono quegli altri ad esserlo e usano
il mio corpo per spostarsi, per prendere, per fare, sono
forse
degli
spiriti?
Forse
ho qualche
potere magico…Però questi spiriti sono tutti
cattivi mi pare, e poi perchè non si presentano? Loro
sanno chi
sono
io, mi abitano! Certo che nei loro confronti sono in netto
svantaggio. Dormo male,
mi correggo,
TUTTI dormiamo male e digeriamo
male. Vorrei mangiare il fritto misto di pesce, IO, ma a
qualche
ospite il
piatto che ho scelto non piace, così mi ritrovo davanti al
menù sapendo
che non mangerò quello che desidero, ma quello che penso di
desiderare o
quello che gli abitanti del mio cervello vogliono. Così alla
fine, ogni
volta che mi trovo a dover decidere, dalla cosa più stupida a
quella più
importante, vado in
confusione, sento
che nella mia testa c’è
agitazione, tutti vogliono fare a modo loro, ma c’è un solo
corpo e
stanca aspetto, senza fare proprio nulla. Gli inquilini
sono
impazienti,bisogna decidere,bisogna agire ed io sento il cuore pulsare
sempre più velocemente, l’angoscia mi assale,
diventi frenetica pur
stando ferma, poi tutto tace, i cervelli si placano, hanno capito
finalmente che quando decido di non dargli retta non possono
fare
altro che aspettare con me. Mi snervano, parlano tra di loro,
confabulano
e cercano di tenermi allo scuro delle loro faccende, vorrei
sfrattarli, ma a quanto pare l’operazione è più difficile
di quanto
sembri. Qualche volta mi sembra di individuare la personalità di
uno
degli inquilini, è un attimo, appena sente che lo sento si
ritira, come
una lucertola nella fessura quando la spaventi. Uscite allo scoperto
vigliacchi di cervelli bacati!!!
Penso
di avere
iniziato ad ospitare altri
cervelli nel mio all’età di tre anni. (*) "Base":
Base militare di addestramento.
Continuazione:
sogno e commenti
del 22 novembre 2005:
Sono
investita da una pioggia di animaletti,sembrano piccoli scorpioni
o gamberetti,il loro colore è bianco e sono “croccanti” e duri
allo stesso tempo. Accanto a me ci sono altre persone,ma la pioggia
bianca animata investe solo me.
L’altra
scena si svolge
in un vivaio dove non entro nella stanza per
evitare di essere aggredita dalle cavallette, ma una riesce a penetrare
nei miei capelli e si infila dietro la nuca ronzando fastidiosamente,
cerco di scacciarla, ma della cavalletta sento solo il ronzio, come se
mi fosse entrata nella carne e dall’interno lavorasse provocando un
rumore, un continuo zzzzzzzzzzz…
Credo
di chiamarmi
Mike, sono un pilota di caccia.
Compaio
all’improvviso
quando la situazione si fa critica e cerco di
prendere in mano la situazione, ne ho le capacità. Ho sangue
freddo quanto basta, inseguo il nemico sino a che non scompare
definitivamente e irrimediabilmente dal monitor e dal radar. Game Over
anche nella realtà. Sono determinato, cocciuto e molto sicuro
delle mie forze, ho “ottime capacità logiche”, a quanto si dice
è nel mio DNA. Sono cattivo, non è un difetto, in guerra
aiuta a concentrarsi meglio, si rende di più e sicuramente mi da
la possibilità di tornare dalla missione intero! Quando piloto
sono molto gasato, ma nello stesso tempo calmo e freddo come un Killer.
Probabilmente mi piace perchè è una cosa che mi riesce
bene.
Mi
spiego come mai in
questo periodo mi
sentivo più uomo che donna!
Ma
sono
tutti cattivi i miei cervelli! Mi spiego la “rigidità”
che prendeil posto delle emozioni, l’indifferenza che ho verso gli
altri e l’incapacità di manifestare ciò che provo in
azione, es: affetto-abbraccio, disagio-inquietudine, paura-pallore,
tristezza-pianto, invece mi capita così:
affetto-rigidità, disagio-rigidità,
paura-rigidità, tristezza-rigidità. Sia il corpo che la
mente smettono di comunicare e subentra
l’automa
che, tramutata in
una antenna
umana,
aspetta l’ordine
di agire, ma se l’ordine non arriva l’automa rimane in stato di
all’erta (la prima fase è la rigidità) e poi cambia,
subentra uno dei cervelli che “copre”, “maschera” l’automa (come la
pioggia di animaletti) proiettando negli altri un'immagine
fasulla,
ma non estranea.
La capacità dei cervelli-automi è quella di “salvarsi la
faccia” ogni qual volta la situazione lo richieda, non bisogna essere
necessariamente delle spie, ma dei bravissimi illusionisti sì!
Fumo negli occhi! Ieri
verso l'ora di pranzo ho avuto una crisi, una
furia cieca,
scaturita da non so cosa, mi ha fatto diventare una iena. Rabbia,
desolazione, impotenza, trappola, emarginazione (obbligata e voluta).
Ignoranza, repressione, balocco
per i più grandi. Ho pianto, pianto e pianto, poi, di
colpo, una calma fredda e un certo torpore ha fatto
capolino e poco per volta mi sono calmata. Stamattina invece, ho
pensato di andare a fare benzina senza la macchina e di
chiedere
al benzinaio "il pieno". Qualche secondo dopo ho
avuto come
dei flash, mi spiego: sono
io,
non sono io, sono io, non sono io, ecc, ecc.
La "non
sono io" cambiava
completamente i connotati ed il carattere, mentre "sono io
" ero
io, ma
parecchio offuscata!? Mi domando, lecitamente, cosa mi sta
succedendo?!!! Davanti allo specchio ho avuto paura,
l'immagine
che rifletteva era "diversa" dall'immagine reale. Non mi
riconosco, è come se tra la bambina di tre anni (in cui mi
riconosco bene) e la persona che sono ora sia successo
qualcosa che le
ha scisse,
poi scisse e poi ancora scisse.
Ora,
per
riuscire a
mettere
insieme i multipli dovrei inglobarli in un'unica persona,
solo
che manca il soggetto, il fulcro, manco io. Dove sono?
Se la
rabbia fosse scaturita da me? Mi spiego: Insieme ai
multipli, da qualche parte ci sono anch'io ed IO sono diventata parte
di quei multipli (ovviamente), così mi capita a volte
(purtroppo) di emergere
come un
urlo disperato dal profondo abisso cercando di
aggrapparmi
a qualcosa di solido e stabile per non essere inghiottita di
nuovo dal buio più nero. Non sempre riesco a trovare un
buon appiglio, qualcosa che mi dia la spinta a stare in superficie.
Mi
domando
spesso cosa sarei ora e cosa farei
adesso
se le mie inclinazioni avessero seguito naturalmente il loro
corso? Di questo sono molto dispiaciuta. E' difficile per me, in questo
momento e periodo, non provare una punta di invidia per chi ha potuto,
ed è riuscito ad essere se e fare ciò che più gli
riesce meglio, dalla pittura, alla fotografia, ad un impiego qualsiasi.
Essere una persona nel mondo e non "qualcosa" che c'è in modo
astratto, come sono io, chiusa nella mia stessa testa e sentirmi in
trappola e assente allo stesso tempo - è frustrante. Sono
prigioniera
dei miei multipli, dei
miei cervelli.Devo
ricomporre il mio puzzle. Avrei bisogno di un "pieno" di
coccole, un "pieno" di auto stima, un "pieno" di energia e di
vita
e di un bombolone alla crema (questo è il più facile di
tutti da ottenere), accompagnato da un buon cappuccino chiaro e
bollente (anche
d'estate).
......
Stanotte
ho sognato che un pesce cane (o
squalo ) mi ha divorata.
L’enorme animale stava dentro una grande vasca con
pochissima acqua. Il mio “bagno” è diventato pericoloso, il
lavandino ha assunto dimensioni apocalittiche e la saponetta si
è tramutata in un pesce feroce…. ed io ero il suo cibo. Mi sono
svegliata urlando. La
paura
può assumere svariate forme e dimensioni; ... le
trasformazioni avvengono nel bagno! ... ed il viso cambia.
Quando usciamo
siamo diversi, cambiati, il
naturale fa posto all’artificiale, al “sembro io, ma non
lo
sono”, al “prova a riconoscermi”, al “guarda oltre la
maschera”, "la logica
vince sulla ragione”,
“non mi freghi”, “io
so chi sei
tu, mentre tu non sai chi sono io, “il vantaggio ti porta
vicino alla vittoria”, “chi si arrende muore”, “se il nemico ti
cattura, sai
cosa devi
fare”, “vivi
e uccidi”,
“sii sempre pronto”,
“non
lasciare tracce al tuo passaggio”,“segui,
elimina, pulisci”, “segui, elimina, pulisci”, “segui, elimina,
pulisci”, “segui, punisci e pulisci”,
“il rosso
è il colore della vittoria, il verde della resa ed il giallo
dell’attacco”, “chi vince vince, chi perde muore”, “in guerra non si
fanno ostaggi”, “la
paura è
un fatto mentale, ma chi fa parte di questo corpo non sa cosa sia”,
"rifiuta gli amici,
rifiuta i
parenti, prendi noi”, “se ti serve qualcosa
prendila”,
“non ringraziare, ti è dovuto, non chiedere te lo
devono”, “uccidere è un favore”, “non essere mai te
stesso,
nessuno lo sarà mai con te.
Commento
da parte di una persona
partecipe, anche come suo ambasciatore
e postino virtuale, nel vedere
il
risultato
davanti a me...:
....
la mail
di K. ....
Direi impressionante.
Da
quando .... scrive via computer, nonostante io sia l’ambasciatore e postino
virtuale
dei suoi messaggi, non sono affatto curioso di leggerli.
Non
provo
particolari
sensazioni anche perché mi sembrano
“normali” per chi è stato addestrato ma non riesco a riconoscere
in
K. la
capacità di metterli all’opera. Non ho assolutamente idea
di cosa possa significare realmente (nel senso di cosa si prova). Avevo
un atteggiamento in passato che voleva essere comprensivo nei suoi
confronti e forse lo era nel senso di vicinanza oggi non
so..... Io non
capisco invece come possa tirare
fuori una lettera come quella che le ha scritto e poi
apparire ai
miei occhi (ma potrei sbagliarmi) assolutamente tranquilla,
come
se quello che scrive non fosse accompagnato da emozioni.
Posso
capire
che un
addestramento che deve fare di una persona un killer (?) o
una spia o
chissà cos’altro delle emozioni non sa che farsene anzi,
19.05.2006 (e
con commento
verbale):
E'
come
quando una spia viene
interrogata e non deve/può rispondere...)
Anche
oggi mi sento ubriaca e fuori dal mondo. Un alieno in terra straniera,
dove le persone sono cose che si muovono caoticamente senza una
meta
apparente e gli oggetti (semafori, tavolini dei bar, edicole,
chioschi e quant’altro) sparsi qua e la, sono visti come
lontani e
“ fuori dal tempo e dallo spazio “. Cammino quasi ciondolando e
lo
sguardo fa fatica ad andare oltre l’angolo… Il corpo si muove per
inerzia ed il cervello è in tilt , come se non
capisse cosa deve fare
in questa nuova circostanza. La circostanza è:
- Non
essere in allarme , sono io.
Già!
Io chi? Io,
proprio io! Purtroppo il mio cervello sembra quasi non riconoscermi
come sua unica proprietaria, anzi, pare proprio non sapere della
mia
esistenza. Allora
è
il mio
cervello che nel mio corpo si trova in terra straniera!!! Lavorano separatamente e
quando si
tratta di muoversi all’unisono fanno
i capricci, ognuno va per i fatti suoi ed il risultato è il
ciondolio.
Mi sento leggera, incorporea.
Tutto sembra nuovo e abbastanza divertente, eppure sono così
lontani,
lontani che quasi soffro, più soffro e più gli oggetti e
le persone si
allontanano da me e diventano inafferrabili. Loro
però
a dispetto di me sono
concreti.Spero di
essere stata
chiara, Lei sa quanto tengo a non essere
fraintesa.
Le
precedenti
descrizioni
sono efficacemente "crude", ma questo
finale può ancor meglio far capire la verità effettiva di
situazioni che vengono per lo più negate e derise con costante
pervicacia malevola, partendo sempre da sogni, non
perché "irreali" ma proprio al contrario - come viene detto in
fondo - per evitare gli intralci dati dalle emozioni coscienti: ... Ci
salutiamo, il
cugino si dirige verso la porta d’entrata [del bus]
ma,
ritorna in dietro ed ha un’espressione triste in volto. Quando è
a pochi centimetri da me apre la mano e mi consegna un medaglione
d’argento ed il gesto è seguito da questa frase: “Ciao Monkey,
perchè questo è il tuo nome vero!?”. Guardo l’oggetto
della verità ed effettivamente su una delle facce c’è
scritto quel nome, un nome che riconosco appartenere a me e
che
contemporaneamente fa apparire il mio nome anagrafico “falso”.
Note:
Rovescio
della
medaglia. Incapacità
di distinguere il vero dal falso.
Segreti
(cose da non dire).
Monkey
(scimmia), è stata la prima persona che
hanno fatto entrare nel mio cervello. Dovrebbe essere una sorta di
tutto fare , oppure la “chiave” per poter accedere ai miei
multipli, un “pass”. La parola
d’ordine.
Mi
è venuto in mente un disegno (oppure era una foto ?! )
rappresentante appunto tre scimmiotte ed il messaggio era:
“Non
vedo, non
sento, non parlo
La scimmia che non vede ha le mani sugli occhi, ecc. ecc.
Volevo
infine
aggiungere che quando scrivo dei miei multipli non lo faccio con superficialità , ma
semplicemente come un dato
di fatto, un
qualcosa che
purtroppo, per ora, fanno parte di me . Prendendone atto vado avanti
cercando di arrivare il più vicino possibile al bandolo della
matassa …e non è semplice. In questo preciso momento ho una
immagine nella testa, una bella cipolla bianca , ma devo dire che anche
un carciofo può servire come esempio. Ho imparato che se non
puoi sfuggire ai tuoi “guai “, ti conviene affrontarli , con calma,
senza rabbia e rancore.
A volte la rabbia ed il rancore sono solo di
intralcio e frenano i ricordi
Commenti
successivi - 13/06 /2006: Oggi
sono
in fase “addormentata“
, il complesso di inferiorità è particolarmente
sentito e pensare di
essere stata addestrata ad essere un
“giocattolo
sessuale“ non aiuta certo a diminuirlo , semmai il contrario .
Rabbia? Direi di no , frustrazione e sbandamento
si...
I contrari. Una vita fatta di “normalità“, contro una vita
“fuori dalla norma“, una sotto vita o una vita sopra le righe.Bambini
che non fanno i
bambini,
bambini trasformati in “animaletti“ da combattimento oppure in cavie da
laboratorio. Bambini
svuotati della loro personalità e riempiti di altri pensieri, di
altre storie, di altri cervelli. Sono
pensieri di guerra e storie di morte ed ai pensieri seguono le azioni e
nascono le storie, “storie“
che
non si possono narrare per paura di non essere creduti,
di passare per bugiardi. Gli adulti sanno essere molto spietati,
ma se
diamo ad un bambino solo e disperato una ragione di vita e lo
convinciamo che “si può fare“ … "tutto si può, basta
volerlo“ … Lo
carichiamo di odio
e di grande fiducia in se stesso,
basta dirglielo con un tono gentile e accomodante, mentre lo picchiamo
selvaggiamente utilizzando mani e piedi … La fiducia in se stesso
verrà
dal fatto di essere sopravvissuto e che niente e nessuno potrà
mai
ferirlo, ucciderlo … E’
chiaro che il bambino
si è
trasformato in qualcosa d’altro, ed è quel qualcos’altro
che deve farci riflettere e preoccupare.
Perchè
agenti
segreti, spie, informatori, assassini... "costruiti" per mezzo del
lavaggio
del cervello funzionano meglio dei consapevoli, stipendiati agenti
segreti
/ spie?
E
in data
10 settembre
2006 ecco
la rivelazione dell'origine di tipici, improvvisi, sgradevoli
comportamenti: così si manifesta la raggiunta attivazione
dell'addestramento a cui era stata sottoposta, Pare
ci sia
un'altro cervello che era
ben nascosto e per chi sa quale fortuita circostanza è emerso
come un'isoletta. A differenza degli
altri, questo non vuole saperne di ritornare "ombra", ha preso il
sopravvento ed il mio corpo sembra
incapace di rigettarlo, pur sentendolo parte estranea. Mi fa stare
molto male. Una rabbia
cieca
che parte dalla pancia mi investe e a
stento riesco a controllarla, dopo solo stanchezza e nebbia.
Capita
spesso che mi
incanti, come
fossi in trance e in quell'attimo io sparisco e così
anche i suoni e
tutto ciò che mi circonda, al ritorno ho come l'impressione che
il
tempo si sia, per un lasso di tempo breve, fermato. In quel lasso di
tempo dove vado a finire?
Il
cervello-isola
è il caos, istinto puro, pura
cattiveria, dotato (se così si può
dire) di fascino e
intelligenza matematica. Lui
esiste per i fatti suoi, pare che non abbia bisogno di nessuno, sa
esattamente
cosa deve fare e perchè!
E' un buon organizzatore , solitario è capace di portare a
termine il
compito che gli è stato assegnato con ferocia e determinazione.
Le
"missioni" o "incarichi", li prende molto sul serio, lavorando di
intuito, fa si che il bersaglio venga eliminato
...
Pare
che io non abbia
una serpe in seno ... è più su !!!
Speriamo
di riuscire a
tenerlo a bada. Per
ora è tutto.
Da
considerare come
riferimenti: per
le uova
di
scimmiavedi
sopra: Monkey
(scimmia ), è stata la prima persona che
hanno fatto entrare nel mio cervello;
per
le
"puzzole"
potrebbe essere
signifcativo il fatto che chi scrive fa collezione di coleotteri, ed
è terrorizzata dal sentirsi "inseguita" da "vespe".
07.01.2007
Sogno: Nel
mio sogno
compaiono
tanti
animali,
direi animaletti.
Sono sul balcone verandato ed ho in mano una piccola busta
bianca di plastica che riempio
delicatamente di piccoli di scimmia... I
cuccioli sono
davvero microscopici e li depongo uno
sull' altro sino a formare due strati , facendo attenzione che ogni
piccolo possa respirare. Operazione ripetuta almeno una volta . Poi
in
un' altro
sacchetto con le
stesse
caratteristiche di quello precedente e con le stesse modalità l'
ho
riempito di "uova di scimmia". Mi sono domandata: -
chissà che fine
faranno? -
le
useranno per gli
esperimenti ... ( ? ) In
casa
ho trovato una
piccola
puzzola,
talmente
piccola da non esistere in natura, tutta nera e con la caretteristica
stria bianca sulla schiena, era in compagnia di un' altro animaletto
identico alla puzzola, ma senza la stria. Erano lucide e nere,
alchè
mi è venuto in mente un vecchio sogno riguardante una pentola
sul fuoco
piena di latte con una enorme vespa nera e lucida che veniva fuori ed
era pulita. I due animaletti li ho depositati in una
grande
gabbia per criceti ed oltre a loro c'erano piccolissimi cuccioli di
cane, piccoli topini, piccoli di scimmia. Ora che ci penso, erano
così piccoli da poter essere dei feti di pochi giorni, credo.
Sul terrazzo della casa ho trovato
due cani
labrador, finiti anche loro sul balcone verandato. Però
i due cani tendevano a scappare e ad andare sul terrazzo per mettersi
uno di fronte all'altro e guardarsi. Forse non avevano bisogno di
essere tratti in salvo?! -
Ma i
cuccioli li stavo davvero salvando? .... Pensieri sparsi: ho
sognato [il gatto] Pino , credo che sia morto. In vita l'ho trattato
malissimo, eppure in sogno era contento di vedermi (la forza dei sensi
di colpa !). Alla base molte volte ero in disaccordo con quello che
facevo e quello che dicevano le persone a cui la mia vita dipendeva.
Sapevo che seppur in disaccordo a loro non interessava certo il mio
punto di vista e dal canto mio facevo
di tutto per non soccombere. Era un tira e molla continuo, coscienza
contro sopravvivenza. Colpire per non perire. Forse
il fatto di non avere stretto amicizia con gli altri bambini
mi
ha protetta dalla responsabilità pesante che venissero fatti
fuiri a causa mia. Vigliaccheria? Può darsi. Non ricordo di
averci neppure provato a stringere dei rapporti con loro, tanto a che
sarebbe servito? Nessuno sapeva che cosa ne sarebbe stato di noi, per
quanto mi riguarda eravamo dei morti
viventi.
Eppure sentivo quei bambini vicinissimo a me e quando mi rendevo conto
che qualcuno di loro mancava all'appello e che non lo avrei più
rivisto, la disperazione più nera e l'ansia incombevano su di me
per poi ricadermi addosso come un grosso masso. In fondo a pensarci
bene non c'era bisogno di essere amici, bastava uno sguardo e capivamo
chi sarebbe passato e chi no ... Eravamo tutti nella stessa situazione
di pericolo.
Pensavo alle interrogazioni scolastiche: studiavo , eppure quando mi
trovavo alla cattedra mi assaliva un'ansia tale che dimenticavo tutto e
non riuscivo ad emettere nessun suono. Il terrore puro. Quando poi
l'argomento riguardava la tecnologia (computer), il cuore iniziava a
battere all'impazzata e avevo delle vampate di caldo tali da respirare
a fatica.Tutte cose che provavo all'interno, mentre esternamente parevo
tranquilla. Avevo paura di imparare. Imparare per me equivaleva a
togliere la vita, ad uccidere. La matematica , la fisica e la chimica
avrebbero potuto "insegnarmi" in maniera subdola, attraverso segni o
simboli che sarei riuscita a codificare solo io, ad eliminare senza lasciare
traccia o
indizi ... Pazzia? Disperazione. Vedevo gli altri andare
avanti,
mentre io non riuscivo a spiegarmi i continui blocchi mentali e fisici
e restavo indietro.
Tutto mi era estraneo e tremendamente spaventoso.-
IO ero altro da ME.
Un
aggiornamento - firmato con un nome
differente
da quello anagrafico ad
indicare la
"personalità" autenticamente multipla - rivela il
perché
questa
persona molto spesso si presenta in un modo, con un abbigliamento e con
un linguaggio verbale e comportamentale ben diverso da quanto - come
origine, formazione, ambiente - sarebbe stato logico
aspettarsi. Ed
a questo va aggiunto un particolare piuttosto singolare: un udito
straordinario.
Chiedo
che nessuno si intrometta tra ciò che ero e ciò che sono. Adesso non
sono
io, chi scrive è una persona dalla mentalità scientifica
e metodica, sadica.Il suo
compito è
individuare e neutralizzare le spie con ogni
mezzo.
Dopo averle individuate entra nel loro mondo, parla come loro, si veste
come loro, frequenta gli stessi ambienti. E' una persona affascinante e
affabile, caratteristiche che gli servono per avvicinare le vittime e
diventarne amico. Fiducia prima di ogni cosa. L'insetto rimane
impigliato nella ragnatela del ragno pescatore. Conquistata la fiducia
si porta il soggetto a scoprirsi con domande tranello o semplicemente
lasciandolo parlare, facendogli credere di essere dalla sua parte. Un
gioco da ragazzi !!! Bisogna
fare in modo che
il soggetto non vada mai fuori tema e qual'ora dovesse accadere, lo si
indirizza delicatamente. La gentilezza in questi casi è
fondamentale.
La voce è un'arma letale. Dopo aver appurato che il soggetto
è una
spia, si passa all'azione vera e propria. La tortura viene utilizzata
nei casi dubbi, mentre la " soluzione definitiva " nei casi certi.
Risolto il problema si passa al depistaggio, lasciando solo le tracce
utili. Terminato si ritorna alla base e la vita prosegue come se nulla
fosse accaduto.
Eppure
all'esterno non
trapelava che ben poco. Eppure almeno alcuni di questi bambini per
determinati periodi conducevano "anche" una vita in apparenza "come gli
altri". Ma non veramente "come gli altri", poiché NULLA doveva
trapelare di quanto nella loro altra "vita" accadeva: e così -
ancor
ora nel ricordo - per un altro sopravvissuto
veri
terribili incubi
non erano le
interrogazioni
"tecnologiche", ma i "temi liberi" ed ancor più le
interrogazioni di Storia.
E
qui riportiamo un completamento riguardante un'altra persona implicata
a suo tempo molto più profondamente nell'Organizzazione:
Pa.,
al contrario della
sorella, parla,
ma
solo di cose banali, cose di tutti i giorni, come ad esempio il
lavoro, le vacanze, il cibo, etc.Interloquisce
con
una persona alla volta, cioè, se parla con
me guarda solo me. Gli occhi
sembrano fissi e spenti, non
c'è guizzo di vita, pare imperturbabile, niente e nessuno la
spaventa come fosse priva di coscienza, totalmente anaffettiva.Ne sono
rimasta turbata.
Ho
avuto la netta
sensazione di avere accanto una persona "svuotata" e "riempita", come
un tacchino farcito (mi
scuso per
l'esempio). Un
automa che reagisce solo agli impulsi programmati, quindi
schematica
e molto, molto rigida. Eppure
quando
abbiamo parlato dei nostri rispettivi gatti (animali) (*),
qualcosa in lei
è scattato si è
accesa una lucina, era interessata all'argomento e "la
vita" ha iniziato a scorrerle nelle vene ... magari è stata
solo una impressione, ma sono sicura di avere sentito Pa.
animarsi. Poi mi sono resa conto che stava "parlando"di
se, si stava facendo i complimenti, era contenta di essere un
gatto ed i gatti "sono così, fanno queste cose" ... uccidono gli
uccellini e se
li mangiano
perchè sono dei
cacciatori. Premessa:
L. e
famiglia hanno una gatta di sei - sette mesi e
qualche giorno fa ha cacciato un uccellino e poi se lo è
mangiato. Per
tutta la
serata Pa. ha avuto una voce fastidiosa, ma è
cambiata quando abbiamo iniziato a parlare di gatti. Miagolava meno ed
il corpo era in movimento. Es:
all'inizio
encefalogramma piatto, con l'argomento gatti
avremmo visto nel fantomatico encefalogramma dei picchi!
Sogno
e
considerazioni del 28
ottobre
2007:
Una
bimba
appoggia la
testa sul mio seno, una, due, tre volte e poi improvvisamente si stacca
e guardandomi dritta negli occhi con aria di chi sa quello che sta
facendo, mi dice: "comunque non mi piaceva il tuo accarezzarmi la testa
...". Già, io ero
in piedi e
la abbracciavo e nel mentre le
accarezzavo la piccola testa. Ci sono
rimasta male non tanto
per ciò che mi aveva detto, ma
per lo
sguardo furbo e cattivo rivoltomi ... infido, mi stava studiando e
pareva avesse capito chi si trovava davanti. ...
La
bimba
sicuramente ero io, forse
una personalità. Aveva uno sguardo che metteva a disagio
e scrutava, scrutava ...
Ricostruire,
ricostruire,
cercare di ricordare. Mi sono chiesta
più
volte come mi vivono le persone che mi conoscono e quelle che mi hanno
conosciuta. .. Sono
stanca e scoraggiata, ogni volta che vedo delle possibilità,
qualcosa o
qualcuno mi mette i bastoni tra le ruote e mi sembra di ritornare
indietro e devo fare un enorme sforzo per rimotivarmi.
Dal
collegio
in poi mi sono
stati RUBATI i miei no, i miei NON HO
VOGLIA, i miei PENSIERI PRIVATI, i miei affetti e le mie QUALITA' che
hanno trasformato in armi non convenzionali e mortali. Sono stata
rivoltata come un calzino e TRASFORMATA in animale da combattimento. Da
BAMBINA sono stata "cambiata" in un essere a me del tutto sconosciuto.
Un corpo solo
con 100 teste ed ognuna di esse ha volontà, pensieri e
atti propri e tra di loro NON SI CONOSCONO !!!
Avete idea
della
confusione che crea tutto ciò?!!
IO
DOVE SONO?
ESISTO ANCORA O
SONO STATA DEL TUTTO CANCELLATA? IO NON
SONO UN DEMONE, NON NASCO DEMONE. Sono stanca, molto stanca.
La
verità per
me
è un fatto di PANCIA! In fondo è
da lì che la mia
ribellione è partita e forse la bambina del sogno E' LA VERITA'
IN
PERSONA che si accorge che la mia "dolcezza" è fasulla, mi fa
sapere
che lei sa, mi critica, mi dice esplicitamente di smetterla di essere
mite, docile e lo sguardo che usa è sincero ed è il mio
quando SENTO
che L'altro subentra ed assume il controllo del mio essere INTERO
(corpo e mente). Sono io la fasulla e non la bambina, perchè io
sono il
risultato di continue manipolazioni. La bambina è rimasta tale,
come lo
è la verità ed i fatti, bisogna assolutamente liberarla
dalle sovra
strutture in cui è stata imprigionata e che a distanza di tempo
sono
diventate macerie. Spero di riuscire a ritrovarmi. Lo spero
sinceramente. (*)
Queste
ultime
considerazioni terminano con un commovente appello personalizzato:
Per
favore, dica al Sig. F.
di non
mollare è
importante.
Ad
ogni modo
-
almeno
stando alla cronologia dei fatti - reciprocamente le vicende attuali di
questi sopravvissuti coincidono fra di loro, ma se attualmente
Pa. sta faticosamente emergendo con
rivissuti ancor più
terribili - forse anche collegati ad accadimenti attuali - dalla
condizione descritta
sopra, il
testo della testimonianza
del 28 ottobre 2007 veniva
scritto - senza saperlo - proprio durante una gravissima crisi del Sig.
F.
del "commovente appello". Purtroppo - stando al caso del signor F. -
nel gennaio 2008 un significativo
miglioramento, con importanti
flash-back di denuncia e di risoluta decisione di procedere contro
torturatori e pluriomicidi fu seguito già dopo poche ore da
gravissime subentranti "crisi" vistosamente provocate da interventi
esterni
- cioè da "armi-di-energia". Richiesero il ricovero
ospedaliero in un primo tempo una
sofferenza
psichica non sopportabile, il giorno successivo anche gravi lesioni
fisiche non
certo provocate da un banale "incidente domestico", né da una
caduta susseguente a un malore da pregresso stato morboso - come a
tutti i costi si vuole attualmente far credere (!); anzi
persino durante il ricovero erano
continuate vistose "aggressioni" esterne ad opera "di energie
direzionate". Ma da allora di lui non possiamo più avere notizie
se non indirette, e ci troviamo per di più a fronteggiare
interventi e commenti gravemente offensivi da parte dei suoi familiari,
anche di chi in precedenza appariva impegnato a collaborare alla sua
cura.
Gatto
e topo
(in Belgio: cacciatori e conigli/lepri)
Fatti
assolutamente
collimanti risulta siano accaduti - e ripetutamente - in Liguria,
Piemonte, e nei dintorni
di Como e non solo in base a testimonianze orali: anche se solo
parzialmente presentati in appunti manoscritti
- di cui in ogni momento possiamo comunque fornire copia - sono
avvalorati da disegni e da piantine topografiche.
Descritti verbalmente e anche manifestati con atteggiamenti,
coincidenti cronologicamnte con le date delle fotografie degli esperimenti
di "allungamento
degli arti",
con qualche ovvia differenza - ad esempio, invece del mare aperto,
boscaglie e fiume e pozzi e... maiali - esperienze assolutamente
analoghe sono state rivissute e espresse con
molta intensità. In particolare soltanto ora - maggio 2008 -
è
disponibile una descrizione di prima
mano emersa pian piano con molta fatica dei fatti accaduti in Liguria
nel '68-'70, concomitanti con le fotografie degli esperimenti
ostetrici,
e sostanzialmente UGUALI nell'orrore - vedi moto seghe, numero di
bambini ecc. - a quelli che accadevano - accadevano o accadono ancora?
- nei dintorni di Torino in quegli anni e nei precedenti e successivi.
Un ancor più recente
"rivissuto" offre ulteriori convalideò alle citate
concordanze: le
"convocazioni" all'azione giungevano normalmente per POSTA in
più o
meno cifrati o allusivi messaggi.
In
tutte le
statistiche e documentazioni inerenti a questi fatti la
maggior parte dei sopravvissuti ora adulti denuncianti sono donne
- forse (?) perché molti più maschi morivano o venivano
deliberatamente
uccisi e/o perché in molti accettavano meglio l'addestramento
e/o l'iniziazione
e quindi diventavano con più facilità a loro volta
"esecutori". Il caso
forse
il più tragico del dossier dell'Associazione
è quello di un altro "protagonista", ex bambino - maschio -
prima
pluri-abusato e poi PASSATO DI
GRADO,
ma che negli ultimi anni era divenuto molto disponibile a collaborare e
a testimoniare: proprio quello al quale si rivolge - per ora
inutilmente - il commovente
appello
personalizzato:Per
favore, dica al Sig. F. di
non mollare è
importante
. E
qui invece trasmettiamo un punto cruciale delle testimonianze di
un'altra sopravvissuta - testimonianze raccolte nei dossier
dell'Associazione ma anche già - protocollate - in documenti
legali di
Denunce e Azioni Giudiziarie.
Questo
è il ricordo di una notte di
strage – non solo trauma per me ma per l’intera umanità.
La
Strage del
Levante
Ci
vennero a prendere con gli scafi , iniziava a fare buio avevo paura; mi
avevano divisa da mia sorella. Sapevo che in quella notte i gatti che
avessero superato la prova sarebbero stati passati di grado, Vincenzo,
il mio compagno di classe, continuava a ripeterlo. Mi ero già
dimenticata o meglio mi avevano fatto dimenticare con una scarica
di ELETTRO SHOCK quello che era successo quindici giorni
prima Arrivammo
a una
piccola spiaggia in
una
insenatura; con delle torce i militari ci fecero strada, l’ entrata era
una piccola porta incastrata nella roccia.
All’interno un’immensa grotta in
marmo bianco
striato di beige dalla volta tondeggiante. Sulle impalcature teatrali
stavano seduti come in parlamento tutte le gerarchie: ecclesiastici,
militari, politici e banchieri; dal volto coperto da maschere che in
realtà più che nascondere attiravano ancora di più
l’attenzione e la
loro riconoscibilità; i particolari del corpo di ogni singolo,
in chi
ha avuto la sfortuna – fin dalla nascita- di essere in un programma di
addestramento costante e con scadenze fisse, diventano la conferma di
quell’accaduto, rivissuto con ogni parte del corpo. Le emozioni fanno
di questi traumi devastanti, la fortuna di riviverli e poter guarire.
Il
Palco
Montato
in fondo, un palco, da sfondo un arazzo con un agnello coricato. Noi
stavamo nel golfo sotto al palco, non c’era solo la mia scuola - circa
100 – ma anche altri, tanti, almeno 300 bambini. Sul
palco 10 seghe circolari,
non capisco, nessuno urla. Grandi gabbie
sopra alla mia testa , sono molto in alto e non vedo bene. Mi sento
confusa e carica di panico. Iniziano
a salire sul palco i
bambini che dovranno essere graduati.
Questa è la prova , ci sono i capi fila, una è mia sorella
più grande –
ha 12 anni
– dietro di lei in un’ordinata fila militare, 10 bambini
di 8, 9, 10 anni; calano le gabbie , ne escono piccini senza voce,
biondi neri gialli – ma quanti ce ne sono? Assistiti
dai capi pamperos
argentini iniziano a segarli a metà - dieci
alla volta- buttano i corpi nel golfo, altri muniti d’ascia li fanno a
pezzi. IL sangue scende dal palco e i corpi che non sono
più
corpi ma diventano sempre più poltiglia, colpiti e ricoltiti si
aprono
– l’odore di sangue misto a cervello e viscere diventa fortissimo, non
riesco a urlare. non esce nessun suono dalle mie corde vocali. Ma io
URLO. Io topo pulitrice sono fortunata a non morire, ho un angelo
custode (in carne ed ossa) e ho i ricambi che potrebbero servire alla
mia gemella (secondo Mengele, un bene da non toccare quando
una
delle due è arrivata ad essere graduata), 1 su mille ce la fa! E
lei è
un gatto che a nove anni riesce a massacrare. Voglio morire. Inizio
come la altre volte a cercare i pezzi dei corpi
per rimetterli insieme, vago in mezzo a quel lago di bambini disfatti,
sento quello che provo ma non riesco a dirlo “ è tutto mio
quello che
sento dentro”.
I
Nazisti
Loro
stavano con i nostri genitori in alto nelle gradinate dietro a sbarre.
Quando iniziano a vedere il sangue buttano giù tutto e invadono
il
golfo; sono presi da una furia e un’eccitazione incontrollabile,
invidiosi dei miei compagni che uccidono. Prendono il comando, nessuno
riesce a fermarli, neanche gli argentini; ora sono i carnefici nazisti
che urlano e si buttano come iene; strappano con i denti pezzi di carne
e tutto quello che trovano.
Quanti
ne sono morti!!!
Sono
seduta, forse
catatonica ma i miei occhi
vedono, il mio naso
odora, le mie orecchie sentono. Il mio cuore scoppia. Non
riesco
a ribellarmi, è la prima volta, ne hanno uccisi tanti tanti
tanti la
notte 1 +1 +1 +1+ 1 all’∞.
Il
giorno.
Albeggia,
i bambini passati di grado devono ripulire: mangiare e ripulire, per i
gatti è peggio, almeno noi topi raccogliamo quello che resta in
sacchi
di plastica , li carichiamo sulla spalla e li portiamo fuori,
sull’insenatura della spiaggia dove le barche li scaricheranno al
largo.Ora so! Erano più di mille. Più di mille
in una
sola notte,
le
mie lacrime di adulta dell’anno 2008 sono così tante, ma
così tante che
neanche quel mare dove ci sono – fra i mille, anche dei miei amici –
non riuscirebbe a contenerle tutte.
IO,
LA
BAMBINA CHE SONO STATA sono una sopravvissuta appartenente al progetto
internazionale addestramento di bambini “gatto-topo negli anni dal ‘60
al ’90 (facente
riferimento al progetto Delgado).
Monk
Alternando
fra di loro i rivissuti di differenti testimoni, ecco - di primissima
mano dopo una
vistosa,
impressionante "crisi" della testimone
de I
Cervelli e IO
- la "descrizione" di una delle personalità
multiple
- Monk: come Letizia
e Aras, Pony bianco e Monkey
ecc. - ed
un accenno indiretto ad un altro fondamentale problema: i partner di
copertura
Questo
disegno
è "emerso" come finale di un
testo scritto di getto
quasi in stato di trance spontanea durante un rivissuto sconvolgente.
Il disegno in parte spiegato dalle frasi trascritte rappresenta DUE
delle principali "personalità" de I cervelli ed
IO: Monk
il killer, il sadico e Letizia
la bambolina seduttiva, la piccola prostituta spia
e killer.
Monk
- che se
è una personalità è
diversa dalle altre perché sembra sempre attiva e presente ed
è un LUI:
nato nel '75, nel '76-'77 era attivo, molto attivo - si accompagnava
con Letizia bambina prostituta e tutti e due hanno ucciso alcune
persone adulte e altolocate...
Gli "impiccati"? Sono i "bambini
inutili".
06.07.2008
Monk
scatta quando si trova tra la folla, tra tante altre persone.
Sbuca all’improvviso, come se facesse un’imboscata e vorrebbe
scagliarsi contro i “nemici“, che sono gli ignari protagonisti del mio
delirio, cioè la folla. Nel mio cervello “gli altri“,
chiunque non sia dalla mia parte, sono persone contro,
gente da
sterminare con il lancia fiamme o con il mitra. L’idea di una piazza
colma di persone che prima sono vive e dopo qualche istante giacciono a
terra come marionette lo esalta. Fantastica sul come realizzarla.
Fantastica sul risultato finale. L’importante è devastare. Odia
i
bambini. A questo proposito credo che Monk abbia fatto la sua
apparizione in quel famoso week end con i parenti di P. Sabato mattina,
la piazza gremita di gente, un sacco di bambini urlanti
e anche lì ricordo di avere fantasticato e più
fantasticavo più il mal
di stomaco aumentava, diventavo irascibile e tutto perdeva di
significato, come ad esempio dimenticarmi il motivo per cui ero
lì. Mi
intristivo sempre di più e avevo l’impressione di allontanarmi
vorticosamente dal resto del mondo e di ritrovarmi in una situazione
che conosco sin troppo bene da cui cerco di scappare: la solitudine.
Quindi il passaggio mentale veloce e semplice è: sono sola
è colpa
vostra, vi odio e uccido, così la solitudine ha senso, sono sola
perché
siete morti. Aggiungo: Monk è da debellare, non lo voglio con
me! Tò! Mi è passato il mal di stomaco. Con la mia
pessima personalità
multipla entra in gioco P. Lui
in qualche modo la alimenta, la nutre. Ricordo che nei primi anni con
lui Monk era venuto fuori spesso in varie occasioni.
A Monk piace P. perché lo tiene in vita.... Letizia
e Monk
viaggiano in coppia; mi è venuto in mente guardando una coppia
di cani
lupo del nord Europa. Taglie forti. Ovviamente il maschio era
decisamente più imponente. Tranne i padroni, nessuno poteva
avvicinarsi
alla femmina, rischiava di essere aggredito dal maschio. Una bambina
era riuscita ad accarezzarla, ma quando lui se ne è accorto ha
abbaiato
(avvertimento) e poi si è piazzato tra la bimba e la cagna come
a
proteggerla e da lì non si è più schiodato! Che
bello se avessi avuto
due genitori così pronti a proteggermi … Vorrei un cane
Bambini
di sei-
sette anni
dovevano compiere azioni da "necrofori" simili a quelle dei Sonderkommando
dei Campi
di Sterminio
e qui un
altro ri-vissuto
molto intenso
va
a confrontarsi con "La
strage del levante".
Lo
facciamo
precedere
da
osservazioni immediate di un amico/testimone.
22-
agosto 2008 Un
partecipe commento.
Questa "cronaca
vista e sentita da fuori"
valorizza la
successiva testimonianza diretta, così spiegandola:
Scrivo
senza aver ancora letto quello che ha scritto K. Mi ha chiesto di
scrivere qualcosa sulla sera in cui è stata male.
Parto
da qualche ora prima quando, di fronte ai
numerosissimi turisti, al parcheggio stracolmo di macchine e all’idea
di entrarci ha avuto una crisi per cui ce ne siamo andati (con mio
dispiacere non tanto per non aver potuto visitare il luogo ma
perché è
come se con quelle crisi rompesse un armonia, io inizio a non
sopportarla e riesce a scatenare una sorta di reazione tendenzialmente
violenta anche in me e che controllo con molta fatica). Le solite crisi
già viste quando “sente”
la folla: dice che in quei momenti vorrebbe
avere un mitra e sparare a tutti
Una
descrizione agghiacciante
11-10-2008
Nel
collegio di Nizza c’era un atmosfera particolare, sfumature,
sensazioni, era un luogo creato ad arte per i bambini, studiato nei
minimi particolari, dai colori, ai giocattoli, ai piccoli tavolini
accompagnati da piccole sedie e pennarelli, carta, matite colorate,
lavagnette e gessetti di varie dimensioni e colori. Nell’aula – asilo
l’atmosfera era rilassante, potevamo giocare anche insieme ad altri
bambini, ma senza poterci scambiare informazioni su di noi, esempio:
“come ti chiami, quanti anni hai, dove abiti … ?“. La
stanza era
di colore blu molto chiaro, almeno per me, ma probabilmente le pareti
erano bianche. Verde invece il refettorio, era un luogo abbastanza
rilassante, sapevamo che per almeno una mezz’ora abbondante, nessuno
sarebbe arrivato per farci fare cose strane.
La
stanza che
più di
tutte mi terrorizzava era la rossa, la stanza della morte. Poteva
succederti di tutto, anche di morire. Ho visto due bambini morire,
c’erano pochissimi maschietti e li hanno uccisi. Il collegio era per
bambine, così ci dicevano, ma alcuni erano bambini travestiti da
bambine. Nella stanza rossa gli adulti erano molto cattivi, gridavano
sempre, dicevano parolacce e a volte avevano la bava alla bocca quando
erano particolarmente contenti nel fare del male alle bambine e gli
occhi erano sbarrati e la faccia rossa. Erano sempre agitati, bisognava
fare attenzione a non provocarli, sembrava a volte che volessero
mangiarci talmente ci odiavano. Ci odiavano! Ci violentavano
in
mille modi, ci torturavano e filmavano. Usavano bastoni lunghi, piccoli
e larghi e qualcuno di essi aveva delle sporgenze, poi usavano oggetti
di gomma rosa, duri, lunghi e larghi, poi mollette per il bucato, spara
chiodi, fruste di tanti tipi, cappucci che mettevano sul pene
con
i disegni della Walt Disney come topolino, la strega di
Biancaneve, altri… li usavano solo gli adulti. Gli adulti quando
dovevano essere ripresi nascondevano il viso o con una maschera oppure
non si facevano riprendere. Ci trattavano come fossimo delle bambole,
ci lavavano, ci vestivano, svestivano e ci muovevano. Il più
delle
volte eravamo nudi e capitava che dovessimo fare delle cose a due, a
tre e in gruppo, ma ci dicevano loro come metterci e cosa fare, poi si
cambiava posizione, era una situazione pesante, non dovevamo piangere,
ma sorridere e fare solo quello che ci veniva richiesto altrimenti si
arrabbiavano. Molti di noi vomitavano, allora ci picchiavano tutti e
gli altri bambini ci odiavano. L’atmosfera era nera, molto nera e senza
possibilità di salvarsi, io pensavo che in quel collegio sarei
morta,
l’ho desiderato per la verità … Ero convinta che in un modo o
nell’altro mi avrebbero eliminata. Per quanto
riguarda le emozioni
… sono in continuo movimento e fanno male, non riesco a descriverle,
c’è di tutto, un turbinio da mal di testa e nausea. La prima
cosa che
mi viene in mente ora è l’assoluto distacco che vivevo tra il
mio corpo
e la mente. Lasciavo che al mio corpo facessero quello che volevano (
tanto non c’era via di fuga ), la mente invece era viva, sentivo che
era mia alleata, mentre tutto il resto andava per i fatti suoi. Come ad
esempio la vagina, anche se provavo schifo, lei era eccitata. Mi
vergognavo tantissimo. Non ci capisco niente !!!
08.10.2008 Ore
11.45
Dovrei
fare
la spesa, ma stamattina di uscire proprio non mi va.
Sono
assonnata e lenta nei movimenti e vorrei piangere a dirotto, ma il
colore rosso me lo impedisce. Ci sono volte che rifiuto i suoi
consigli, come ad esempio: “non si fissi sulle cose“ … Eppure quelle
fissazioni nascondono segreti, il rosso è un coperchio che deve
essere
sollevato, non posso aspettare, altrimenti avrò sempre timore.
Mentre
ero sul terrazzino con la gatta, il ricordo di una stanza rossa
è
affiorata nella mente, poi una gialla, poi una verde e man mano che
ricordavo sentivo il corpo pesante, le gambe gonfie e la solitudine
insieme alla disperazione prendevano posto, ma di piangere nulla. La
stanza rossa … forse non era rossa, ma nella mia mente quella
particolare stanza era a tutti gli effetti di quel colore. Veniva usata
per fare filmini
pornografici,
per violentarci, per picchiarci, per uccidere riprendendo il fatto. Da
quella stanza molti di noi bambini ne sono usciti cadaveri. Rossa per
il sangue, un obitorio infantile, l’anticamera della morte. Ricordo di
avere vomitato parecchie volte, anche verde, avevo delle crisi di
pianto e urlavo, mi dondolavo e contavo gli anni che avevo all’ora ad
alta voce: uno, due. tre, quattro, cinque, sei, sette. e ricominciavo
sino a quando con una iniezione crollavo sul pavimento tramortita, ma
abbastanza cosciente per rendermi conto che mentre mi stavano
violentando in tre (ragazzi tra i 16 ed i 18 anni) e filmando (un uomo
sui 45 anni), a pochi passi da noi c’era un bambino piccolo di 5 anni,
aveva un cerotto grande e grigio che gli impediva di urlare, stava
piangendo e tremava tutto. Aveva i capelli chiari, forse biondi, corti
e mossi ed era nudo. Sentivo il suo respiro affannoso, lo avevano messo
pancia in giù e la corda gli passava tutta intorno al corpo,
partiva
dal collo e poi le braccia, la vita, le caviglie ed i polsi e quando il
bimbo cercava di divincolarsi la corda gli stringeva forte il collo e
la faccia diventava tutta rossa. Poi è arrivato un adulto
abbastanza
giovane con gli occhi da pazzo e gli ha aperto le gambe ed infilato una
cosa marrone, lunga, ricoperta di pallini in rilievo. Ho visto il
sangue schizzare, la corda gli stringeva il collo ed il viso aveva un
colore viola scuro, poi il corpo del bambino si è afflosciato e
vicino
c’era tanto sangue e qualcuno stava filmando. Non sentivo più il
suo
respiro.
Prima
di
portare via il corpo del bambino si fumarono una
sigaretta. A me dopo la violenza mi presero a sberle, tante su tutto il
corpo, partendo dal viso. In un’altra parte della stanza c’era anche
una bambina di 8- 9 anni nuda anche lei, la stavano preparando per
filmarla ma aveva sul viso e sul corpo delle macchie rosse e le usciva
sangue da sotto. Sembrava una bambola, non reagiva, l’avevano sistemata
contro il muro, seduta, ma lei crollava da un lato, allora entra un
signore con il camice bianco, le prende la mano e poi dice: è
andata
(in francese).
Il
sangue non
veniva tolto, piaceva molto a loro, più ce n’era e
più
diventavano cattivi.
Facciamo
precedere
il testo scritto dalla protagonista da
osservazioni immediate di un amico/testimone - "cronaca
vista e sentita da fuori" -
che valorizza la
testimonianza diretta, così spiegandola::
E'
da tempo che non la vedevo star male così. Ieri, ma non so darne
significato, ci stavamo parlando attraverso il vetro della finestra, io
dentro, lei fuori a fumare: ad un certo punto non mi ricordo per quale
motivo si è messa a ridere scoprendo molto i denti e per un
attimo ho
visto il suo teschio, il suo cranio che rideva di una risata macabra e
disperata come in una metamorfosi, uno zombie, in cui la carne si
dissolve lentamente lasciando solo ossa e nulla più. Se
può valere come
testimonianza...
Questa
lucida relazione
- che è stata per
giorno per giorno completata
a voce nelle sue valenze emotive, va confrontata e avvalorata non solo
da "La strage del Levante" di
cui sopra, ma dalle numerose e precise descrizioni - non ancora
pubblicate - che, nei ri-vissuti divenuti coscienti di
altri
sopravvissuti, ricostruiscono feroci orgiastiche stragi: perfettamente
analoghe anche se avvenute in date diverse e in localizzazioni
geografiche differenti.
31.12.2008
Ricordo:
Sono
lì, sulla nave, grande, in mezzo al
mare” Sono
lì ed ho sette anni” Mi trovo all’interno di una
cuccetta da quattro posti letto ed uno stretto corridoio breve divide i
due letti a castello” Siamo cinque bambini, tre maschi e due
femmine, i maschi sono seduti di fronte a noi che stiamo dall’altra
parte del corridoio sedute sul letto più basso”. Ci
guardiamo
in silenzio, respiriamo lentamente, immobili e con i visi scuri,
preoccupati”. Nella cuccetta c’è un piccolo bagno, vicino
al
lavandino un asciugamano bianco pende da un gancetto” La
saponetta usata è posta da un lato del lavabo”. Accanto
alla
tazza, un rotolo di carta igienica appena iniziato” La poca
luce entra dall’oblò situato al centro del piccolo locale e
c’è
un’atmosfera di attesa”. Ho paura”. Conto
il numero
delle lenzuola ( 10 ), conto il numero dei cuscini ( 4 ), conto le
federe ( 4 ), conto quante mani ci sono qui ( 10 ), le dita delle mani
( 50 ) e dei piedi ( 50 ) e poi i pollici ( 10 ) e gli alluci ( 10 ) …
2 maschietti hanno i capelli biondi, ma non dello stesso colore,
né
tipo, tutti e due hanno gli occhi chiari, uno grigi, l’altro
azzurri” Il terzo maschietto ha i capelli castano chiari con
occhi scuri, la bambina accanto a me ha i capelli medio lunghi con la
frangetta, il colore è lo stesso dei miei capelli, castano
scuro, gli
occhi della mia vicina sono castani” Siamo sedute accanto
senza sfiorarci e con la mente siamo lontane anni luce, come del resto
anche i tre maschietti”. Ci troviamo nella stessa stanza, ma
non sappiamo perché” Non ci conosciamo”.
All’esterno
la porta è sorvegliata da un adulto” Aspettiamo un sacco
di
tempo”. Ad un certo punto un ragazzo sui venticinque anni
entra reggendo in mano un vassoio con sopra cinque bicchieri di latte
bianco caldo e cinque pagnotte dolci tiepide”. Distribuisce
il
cibo, ma !aspetta nella stanza con noi, aspetta che ognuno
finisca di mangiare per portare via i bicchieri vuoti, cinque bicchieri
vuoti” Ricomincio a contare: ci sono 10 paia di scarpe, 10
occhi, 5 bocche” 5 nasi, 10 orecchie, 5 colli, 10 ginocchia,
1 oblò, il mare, tanti pesci, tante onde, tante gocce”. Ho
7
anni, ho sette anni, ho sette anni, mi chiamo XX, mi
chiamo XX, non
devo dimenticarmelo, “ricordati “, mi dico mentalmente, cerca di non
morire, cerchiamo di non morire”.
Aspettiamo
da così tanto tempo che i nostri corpi,
seppur stanchi, non
riescono a rilassarsi, neppure gli occhi riescono a chiudersi, siamo
vigili, siamo le sentinelle del mare”. Ad
un
certo punto, il ragazzo giovane si
ripresenta, ha in mano cinque
paia di stivaletti gialli e ci intima di indossarli”. Usciamo
con lui dalla cuccetta, corridoi lunghi e stretti, porticine che si
aprono di metallo pesante, giriamo a destra, poi a sinistra, saliamo,
alla fine ci ritroviamo all’aria aperta, c’è vento” La
nave è
scura e bagnata”. Da un punto imprecisato di essa, dallo
stomaco, appaiono un gruppetto di bambini, alcuni sono più
piccoli di
noi ( vanno dai 2 agli 8 anni ), una decina, forse dodici”.
Alcuni adulti appostati alle loro spalle sparano dei colpi di pistola,
altri invece sparano degli arpioni piccolissimi che si conficcano nella
carne e poi l’adulto che ha sparato inizia a gridare: “L’ho preso,
è
mio! “. In
pochi secondi succede una carneficina, il
sangue schizza ovunque,
braccia, gambe, intestini, teste, vengono fatti a pezzi con rabbia,
odio e precisione”. Il nostro compito ( i 5 ) è quello di
prendere ogni resto umano e gettarlo in mare dove alcuni pesci
aspettavano di banchettare”. Poi un altro gruppetto di dieci
dodici bambini usciva dallo stomaco della nave e anche loro venivano
sterminati senza pietà e senza fretta” Ore ed ore
passate ad assistere allo sterminio di bambini indifesi, nudi,
sanguinanti e pieni di lividi ovunque”. Assistere senza avere
la possibilità alcuna di intervenire, di scappare”. Inizio
a
contare: cinque teste, trenta teste, ottanta teste, novantacinque
teste, centodieci teste, cento venti teste, cento quaranta teste,
duecento teste … Mi ripeto mentalmente: “Ricordati di loro, devi
ricordarli, ricorda i loro visi, sono importanti …”
A
duecento mi sono fermata, ma lo scempio ha
continuato ancora anche se
io avevo smesso di contare” Erano piccoli e
indifesi”. Raccoglievo il resto dei corpi maciullati come un
automa, non sapevo più dov’ero e chi ero, avevo la nausea e
conati di
vomito” Mi sono ritrovata tra le mani la testa di un bambino
( non capivo se era un maschio o una femmina) avrà avuto due
anni,
prima di gettarla in mare gli ho dato un bacio sulla fronte e una
carezza sulla guancia (stupido vero?)”. Pensavo:
“avevo ragione, gli adulti hanno il loro
mondo e noi il
nostro, ma noi siamo più deboli, non riusciremo mai a
sconfiggerli,
saremo sempre svantaggiati“
5 cose da sapere sul meldonium, il farmaco che ha "fatto fuori" la tennista russa Maria Sharapova. reu_rtsgoei |DANIEL MUNOZ/REUTERS Il meldonium
è un farmaco per il cuore inserito dal 1 gennaio 2016 nella lista delle
sostanze dopanti e pertanto proibito dalla World Anti-Doping Agency
(WADA). È balzato agli onori della cronaca perché la tennista russa
Maria Sharapova, trovata positiva ai test per la sostanza, ha ammesso
di averne fatto uso per 10 anni, sotto prescrizione del suo medico di
famiglia, per trattare una serie di condizioni di salute. Per questo
motivo Sharapova è stata sospesa per due anni dalla Federazione Internazionale. DA DOVE
VIENE. Prodotto in Lettonia dall'azienda farmaceutica Grindeks, il
meldonium - il cui nome commerciale è Mildronate - è popolare in Russia
e in Lettonia, Ucraina e Polonia. Negli anni '80 veniva usato dalle truppe russe in Afghanistan per migliorare le prestazioni fisiche e non sentire la fatica. La Food and Drug Administration, così come le agenzie del farmaco europee, non ne approvano l'utilizzo.
Il Captagon e le altre droghe usate in guerra per togliere la paura Le anfetamine
usate dai terroristi dell'Isis sono solo le ultime di una lunga serie
di sostanze usate in guerra per togliere le inibizioni, sconfiggere la
paura, sopportare la fatica e innalzare la soglia del dolore. Dai nazisti ai soldati vichinghi, passando per Vietnam e Afghanistan, la tragica storia della chimica al fronte.
C'è un motore invisibile che toglie ai terroristi dell'Isis anche
l'ultimo scampolo di umanità risparmiato da fanatismi e ideologie: si
chiama Captagon e molto spesso scorre nelle loro vene al momento in cui
compiono una strage. La "droga della Jihad" come è stata
soprannominata, è un cloridrato di fenetillina, un composto di
anfetamina e altre sostanze stimolanti da decenni diffuso nei Paesi del
Golfo, e ora diffusosi in modo capillare tra chi combatte la "Guerra
Santa".
NAZISTI. Di anfetamine fecero largo uso, per esempio, i soldati di
Hitler. Quando il 14 maggio 1940, dopo solo 4 giorni, le truppe
dell'armata nazista conquistarono l'Olanda, fu determinante la loro
capacità di combattere senza sosta, giorno e notte, senza dormire.
Secondo quanto sostenuto da Norman Ohler nel recente saggio Der totale
Rausch ("La totale euforia"), questa resistenza sarebbe stata garantita
dal Pervitin, un "farmaco militarmente prezioso" usato regolarmente
anche dal generale Rommel e dallo stesso Hitler.
This
image shows the pattern of brain
tissue loss in
methamphetamine users, relative to healthy adults, mapped using MRI scans.
Brain regions involved
in drug craving, emotion and reward, and hippocampal brain
regions involved in
learning and memory,
lose up to 10% of their tissue. Red colors denote brain regions with
greatest tissue loss, blue colors regions that remain relatively
intact. Hippocampal volume reductions are linked with poorer memory performance
in the methamphetamine users. At the same time, a 7% volume increase
occurs in the brain's white matter, suggesting an inflammatory response
to chronic drug use.
UCLA
Imaging Study Vividly
Shows Pattern of Brain
Damage in Methamphetamine Abusers
Paul Thompson et al. LONI
(Laboratory of Neuro Imaging), UCLA School of Medicine, Los Angeles (CA) Danni
cerebrali collegati all'abuso di metanfetamina La
metanfetamina
(per la
precisione, d-metanfetamina) è una sostanza che causa il
rilascio a
cascata di vari neurotrasmettitori (tra cui noradrenalina, dopamina e
serotonina), provocando un'eccitazione molto più forte e
duratura
dell'omologa anfetamina. Mentre nella sua forma levogira
(l-metanfetamina) la metanfetamina è un farmaco con effetti di
vasoconstrizione che viene usato come decongestionante nasale, nella
forma destrogira (d-metanfetamina) questa sostanza stimola il sistema
mesolimbico dopaminergico, causando euforia e spingendo ad azioni
compulsive anche molto complesse. A causa del suo ridotto costo di
produzione e della lunga durata dei suoi effetti, in molti paesi (in
particolare negli Stati Uniti) è diventata una sostanza di abuso
largamente diffusa. L'immagine, in colori che vanno dal blu al rosso,
visualizza la riduzione di materia grigia nei soggetti esaminati.
L'indagine è stata svolta su 22 abusatori cronici di
d-metanfetamina il
cui cervello è stato confrontato con quello di 21 soggetti sani
di età
corrispondente, osservando vaste aree in cui la materia grigia appare
considerevolmente ridotta, localizzate sia nel lobo frontale, sia,
soprattutto, nel sistema limbico, ippocampo incluso. Oltre agli esami
radiologici (MRI) che hanno permesso di valutare la perdita di materia
grigia, sui soggetti malati sono stati effettuati anche esami
psico-attitudinali che hanno permesso di rilevare deficit emozionali e
cognitivi tipicamente associati a lesioni localizzate nelle regioni in
cui, nei 22 soggetti con storie di abuso cronico di d-metanfetamina,
è
stata riscontrata una maggior perdita di materia grigia.
Rise and shine: Wake up to an
enhanced life style A
new breed
of lifestyle
drugs could
allow us to choose
how much we sleep, boost
our
memories and even allow us to enjoy ourselves more, without any side
effects. Will they unleash human capabilities never seen before or
create a dystopian
24-hour society
where we are
dependent on drugs to
regulate our
lifestyle and behavior? One drug already available is modafinil,
marketed as the vaguel Orwellian-sounding Provigil.
It
enables those who take it to stay
awake
and alert
for 48 hours.
It is a
eugeroic that delivers a
feeling of
wakefulness without the physical or mental jitter. There is
already a market for it for those without any medical need - it is
developing a cult following among workaholics and students studying for
exams. The military is also very interested in eugeroic. Their reliance
on amphetamines for lengthy operations have had catastrophic
consequences in the past. The "friendly-fire" incidents in Afghanistan
in 2002 when U.S. pilots killed Canadian troops was blamed on the "go
pills" they had taken. The U.S. Defense
Advanced
Research Projects Agency (DARPA)
tested a compound called CX717
in its quest
to find a drug that can create a metabolically
dominant
war-fighter of the future
able to function for seven
days
without
sleep. CX717
is an ampakine,
a compound that increases the brains computing powers. It re-writes the
rules of what it takes to create a memory and just how strong those
memories can be. Will cans of soda containing eugeroicsor ampakines
be as common as caffeine drinks on the shelves of 24-hour stores? The
potential is certainly there for a Brave new
world of
personality medication.
A questo
proposito
questo file viene spesso RINNOVATO
con aggiunte: metodologica, di
precisazioni, con risposte pervenute anche on-line
e nuove documentazioni. A
questo file/capitolo va comunque affiancato un altro file stampato
anche
come capitolo nell'Appendice all'edizione
corrente del libro
It's
Abuse NOT Science Fiction: Il file
prima nominato Pseudo-misteri
e
coinvolgimenti biologici / Fake-mysteries on biological
targets ora è in rete
sdoppiato nelle sue parti italiana a
inglese: anzi triplicato perché la parte in italiano, molto ampliata e
curata, è stata caricata anche in un pdf anch'esso con il titolo Aggressioni
pseudo-misteriose contro bersagli biologici raggiungibile in rete e
leggibile come eBook.
Furthermore also the English
translation
of the present file - by now also renewed as style, as placement and
improved
by
new data
and consideration - should continually be faced with the English new
file renamedFake-mysterious
assaulters against biological targets: on its old bilingual page - Italian
and English - and with its previous name Pseudo-misteri
e
coinvolgimenti biologici / Fake-mysteries on biological
targets can be read
as chapter on the Appendix of the
current edition of the
book: It's
Abuse NOT Science Fiction