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ISIS / DAESH Kurdistan: vendita di donne e bambini diAssociazione italiana,scientifica e giuridica, contro gli abusi mentali,fisici e tecnologici e Laura Schrader e Agenzia Rudaw è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
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12 agosto 2016 / August  2016


ISIS / DAESH Kurdistan: vendita di donne e bambini

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Indice interno
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Ordinanza originale ISIS/DAESH

ordinanza originaklle in arabo












Ordinanza originale in arabo e traduzione italiana (fatta da un cittadino kurdo che vive a Erbil Kurdistan Irak) sulla vendita di donne e bambini da parte di Isis.



















Traduzione in italiano fornita da un cittadino di Erbil:

Lo stato  islamico dell'Iraq
N.protocollo\178
data\21 thualhija1435 hijra
In nome di Dio misericordioso
Prezzi vendita del bottino

 Ci siamo stati informati che il mercatto della vendita delle donne  e i  bottini  ha subito un calo grandeil, che ha inciso in modo particolare sulle entrate dello stato islamico per finanziare gli azioni dei mujahidin.
     Perquesto la casa del tesoro ha messo controlli sui prezzi delle vendita delle donne e i bottini e si impegnano tutte le persone che praticano questo tipo di lavoro di rispettare questa ordinanza e in caso contrario l'esecuzione viene applicato a chi viola 
  prezzo                         beni
75000       donne adulte di età 30-40 anni\yazida\cristiana  
100000        donne adulte di età 20-30 anni\yazida\cristiana
150000        donne adulte di età 10-20 anni\yazida\cristiana
  50000        donne adulte di eta' 40-50 anni\yazida\cristana
200000        tutti bambini da 1 a 9 anni \yzida\cristiana
Non si permette a nessuno di comprare più di tre bottino, ad eccezione degli stranieri turchi, siriani e i cittadini Golfo.
* corrisponde il( 20\10\2014)


Il termine "Daesh" per indicare "l'Organizzazione dello Stato islamico" (Tanzim ad Dawla al Islamiya) è l'acronimo arabo usato dai detrattori del gruppo jihadista. Un vero seguace o un membro della formazione capeggiata da Abu Bakr al Baghdadi difficilmente si presenta dicendo di appartenere a "Daesh.
citazione da Luigi Grimaldi

Commenti personali di Laura Schrader Ferraro

Il documento è stato inviato e tradotto da Jabar, un architetto kurdo laureato in Italia che ora si trova in Kurdistan.  Dal documento si evince che  le donne erano commercializzate  a prezzi più bassi di quelli prefissati;  il Califfato, per finanziare i combattenti, conferma i prezzi già imposti comminando la pena di morte per  chi non li rispetta. Oltre a costituire un’agghiacciante documentazione originale, l’ordinanza consente di mantenere l’attenzione sul tema della schiavitù oggi ancora presente e diffusa nell’Islam radicale. L'attuale ordinanza Isis si riferisce ai seguenti fatti. Come sappiamo, circa a metà agosto Isis ha occupato territori di confine tra il  sud della Siria e il nord dell'Irak. La popolazione in queste aree è kurda, e tra essa sono diffuse la religione Yazidi (residui del mazdeismo di Zaratustra, preislamico, più elementi di varia provenienza, ebraica, cristiana, islamica) e il cristianesimo (i kurdi chiamano questi cristiani "assiriani", e a quanto capisco si tratta del rito siriaco e cattolico-caldeo). Preciso  che i kurdi in Irak sono in maggioranza islamici sunniti, ma tradizionalmente convivono tranquillamente con le minoranze (tra cui fino a metà degli anni 50 vi era anche quella ebraica). L'esercito iracheno vergognosamente non ha difeso il nord dell'Irak, si dice perchè interessato unicamente alla difesa degli sciiti, maggioranza da Baghdad all'estremo sud.  All'Isis si sono opposti soltanto i pesh merga (anche con reparti molto motivati di donne) cioè l'esercito della Regione autonoma del Kurdistan Irak, come hanno riconosciuto tutti i media. E i pesh merga  infatti da settembre in poi ricevono aiuti in armi, veicoli, accessori militari, istruttori  da vari paesi, e hanno il sostegno di raid aerei occidentali.
Nel corso della guerra, da agosto in poi, il Califfato ha all'inizio massacrato la popolazione, bambini compresi. Nella zona del monte Sinjar (che i kurdi chiamano Shendil, mi pare) sono state trovate fosse comune di civili yazidi. Subito dopo hanno invece preso donne come schiave sessuali e donne e bambini da rivendere.

Il capitolo VIII del Corano stabilisce che gli infedeli sono bottino di guerra. Il governo della Regione autonoma è riuscito finora a comprare 234 donne e bambini per liberarli e sottoporli a cure mediche e psicologiche, come spiegano i due articoli del media kurdo Rudaw. In uno di essi si precisa che tra gli schiavi venduti ci sono anche neonati e bambini di pochi anni.
Sarebbe auspicabile che le Ong umanitarie presenti nelle aree di Siria e Irak potessero stanziare alcuni fondi da usare per le difficili operazioni di riscatto e di messa in sicurezza degli schiavi di Isis pur nell’ovvia consapevolezza di finanziare in tal modo un’organizzazione che disonora l’umanità.
Dal testo tradotto dell'ordinanza si evince che i prezzi erano scesi, e che per finanziare i combattenti islamici (mujaiddin) vengono  imposti prezzi non derogabili, pena la morte per chi non ottempera. Impressionante è il documento in sè: pare che i prezzi siano in dinari iracheni, perchè non era ancora stata creata la moneta islamica. Ma si tratta di un documento che va diffuso e ricordato, poché se la notizia non è nuova, è volata via in fretta.
Dagli articoli e dalle interviste si comprende che nel gruppo di persone comprate per liberarle ci sono "donne" con meno di 12 anni, e  bambini da sei mesi a pochi anni.
Laura Schrader Ferraro

Inoltro l'invito dalla Treccani Kurdistan dell’Istituto di cultura kurda di Roma (in cui ho una carica ad honorem  e con cui collaboro). Perfino l’Unesco si occupa della finora sconosciutissima e molto rovinata fortezza di Erbil. Non mi sono ancora abituata a vedere e sentire la parola pesh merga ovunque nei media, perfino nei telegiornali Rai. Purtroppo è soltanto merito della resistenza contro Isis. A proposito, con le prime notizie sul Califfato mi è tornata l’immagine che per me riassume l’islamismo fanatico. Un cumulo di corpi maschili nudi e lividi, ammassati l’uno sull’altro, sotto un cielo plumbeo. Sono vivi e morti nello stesso tempo, niente donne.

Da:
Data: 31-ott-2014 17.00
A:
Ogg: Treccani- Kurdistan Mostra fotografica
L’Istituto Internazionale di Cultura Kurda con grande piacere vi invita a
partecipare:
LA CITTADELLA dell’antica Erbil
TRECCANI - Istituto della Enciclopedia Italia
Palazzo Mattei di Paganica, sala Igea
Piazza della Enciclopedia Italia,4
Programma
lunedì 3/11/2014 ore 16.30 Conferenza stampa
Presentazione della Mostra fotografica dal 3/11/2014 al 14/1/2014
Venerdì 7/11/2014  Tavola rotonda “Minoranza e Convivenza, Il panorama Religioso
in Kurdistan
Venerdì 14/11/2014 Tavola rotonda “Attualità e prospettiva future nella regione
Autonoma del Kurdistan
La Cittadella di Erbil è il cuore, l’emblema storico e culturale del Kurdistan
Iraq.
La rinnovata e sempre crescente consapevolezza del valore della Cittadella sono
oggi supportati dal costante lavoro di studio, conservazione e valorizzazione
del sito promosso dall’Alta Commissione per la Rivitalizzazione della Cittadella
di Erbil (HCECR), con cui la Missione Archeologica Italiana nel Kurdistan
Iracheno - Sapienza (MAIKI) collabora già da diversi anni; la recente inclusione
della Cittadella di Erbil nella lista UNESCO dei siti Patrimonio dell’Umanità
rappresenta dunque il giusto riconoscimento del valore universale del sito e
dell’efficacia degli sforzi attuati dall’HCECR.
La mostra “LA CITTADELLA: Fascinazioni dell’antica Erbil, cuore del Kurdistan in
Iraq” nasce dal desiderio di celebrare questo importante riconoscimento,
presentando al pubblico italiano una selezione di foto preparata dall’HCECR.
in allegato la Locandina

Articoli italiani

Akcune donne della minoranza yazida
07/06/2016 GIORDANO STABILE INVIATO A BEIRUT
Bruciate vive dentro una gabbia di metallo per essersi rifiutate di concedersi come schiave sessuali ai combattenti dell’Isis. E’ la terribile sorte toccata a 19 ragazze yazide a Mosul, la capitale del Califfato in Iraq.
Puniti come “politeisti” 
Le giovani erano state rapite nel Mount Sinjar, una zona a maggioranza yazida a Ovest di Mosul, vicino al confine con la Siria. Nell’agosto del 2014 l’area è stata occupata dall’Isis e sottoposta a una spietata pulizia etnica. Gli yazidi, che praticano un culto originale né cristiano né islamico, sono considerati politeisti dagli oltranzisti sunniti e quindi punibili con la morte o la deportazione se non si convertono. La stessa interpretazione salafita del Corano consente di ridurre in schiavitù le donne e di venderle di preferenza ai combattenti la jihad.


Oltre 3500 yazide sono state catturate dall’Isis. Il Mount Sinjar è stato liberato lo scorso autunno da un’offensiva dei curdi sia siriani che iracheni. Migliaia di uomini e donne erano stati liberati ma per quelli condotti a Mosul, o anche in Siria fino a Palmira, il destino era segnato.
Nella pubblica piazza 
L’esecuzione delle 19 giovani, secondo l’agenzia curda Ara (Kurdish News Agency), è avvenuta in piazza davanti a centinaia di persone. Le ragazze, chiuse in gabbie di ferro, sono state date alle fiamme e «nessuno ha potuto fare niente per salvarle», ha detto un testimone all’Ara. 
Come il pilota giordano 
L’esecuzione ricorda quella del pilota giordano Muad Kasasbeah, catturato a Raqqa nel dicembre del 2014 e bruciato vivo nel febbraio del 2015. E’ avvenuta lo scorso fine settimana. Secondo l’Onu sono in totale 3.500 le donne yazide nelle mani del Califfato.
Ma ognuna delle giovani reclute della milizia chiamata il battaglione delle «Sun Girls», non sembra aver paura: «Anche se mi uccidono, urlerò sono yazida», dice la più giovane delle reclute, una ragazza di appena di 17 anni di nome Jane Fares. La popolazione yazida è stata quella più colpita dalle violenze dello stato islamico iniziate con l’occupazione della provincia di Sinjar, nel nord dell’Iraq, poco dopo la caduta di Mosul del giugno 2014. Da qui la sete di vendetta che ha spinto la 30 enne artista, Xate Shingali, a scendere in campo con altre donne. Le «Sun Girls» vengono addestrate dai guerriglieri curdi che insegnano loro in particolare ad utilizzare i fucili Ak-47. Le ragazze dicono di aver ricevuto la benedizione dalle rispettive famiglie e questo fa capire il profondo dolore e la voglia di riscatto di questa popolazione. «Abbiamo ancora bisogno di addestrarci - avverte Xate - Ma siamo pronte a combattere l’Isis in qualsiasi momento».
Novembre 6, 2014 Leone Grotti
I terroristi del califfato indicano i prezzi delle schiave in un tariffario: se hanno tra i 40 e i 50 anni costano 35 euro, dai nove anni in giù invece 140 euro
islam-stato-islamico-donne-schiave-catene«Oggi c’è il mercato delle schiave. Dov’è la mia ragazza yazida?». Parlano così alcuni presunti terroristi dello Stato islamico in un video diffuso dal canale panarabo Al Aan Tv. Gli uomini barbuti si riferiscono alle centinaia di donne sequestrate in Iraq dopo l’invasione ad agosto della città di Sinjar, dove vivevano circa 350 mila yazidi, popolazione considerata eretica dai jihadisti.
«CARTELLI CON IL PREZZO». Nel filmato i terroristi trattano le donne yazide, da comprare e vendere come se fossero schiave. Le scene filmate nel video combaciano perfettamente con il racconto fatto alla Cnn da una ragazza yazida, venduta «come merce o bestiame» e poi riuscita a scappare: «Ci hanno esposte a Mosul e Raqqa nei mercati con dei cartelli che indicavano il nostro prezzo». Il portale IraqiNews ha anche pubblicato il 3 novembre un documento dello Stato islamico che sembra confermare il mercato delle schiave, nonostante non sia possibile confermare la sua autenticità.
yazidi-donne-schiave-costo PREZZI DELLE DONNE. Nel documento è fissato il prezzo per ogni donna «yazida o cristiana»: se ha un’età compresa tra i 40 e i 50 anni costa 50 mila dinari (35 euro), 75 mila dinari (52 euro) se ha tra i 30 e i 40 anni, 100 mila dinari (69 euro) se è una donna tra i 20 e i 30 anni, 150 mila dinari (circa 100 euro) se è una ragazza tra i 10 e i 20 anni e 200 mila dinari (circa 140 euro) se è una bambina dai 9 anni in giù. Che cosa succeda alle ragazze comprate è stato rivelato più volte dalle prigioniere riuscite a scappare dopo essere state vendute a uomini di 50, 60 o anche 70 anni: vengono picchiate, stuprate a ripetizione e costrette a convertirsi all’islam.
SCHIAVITÙ GIUSTIFICATA. Del resto, gli stessi terroristi nella loro rivista Dabiq hanno esultato per il «ritorno alla schiavitù», giustificandolo così alla luce del Corano: «Le loro donne [yazide] possono essere schiavizzate» perché eretiche. «Bisogna ricordare che rendere schiave le famiglie degli infedeli e prendere le loro donne come concubine è un aspetto stabilito in modo chiaro dalla sharia. E se qualcuno la negasse o la prendesse in giro, negherebbe e prenderebbe in giro i versi del Corano e le narrazioni del Profeta, e di conseguenza diventerebbe un apostata».
Yazidi refugees from Sinjar head towards Kurdistan region: YAZIDI LIBERATI. Nessuno sa quante donne siano ancora nelle mani dei terroristi. Il governo regionale curdo ha dichiarato però lunedì di aver liberato 234 yazidi, pagando agli intermediari per l’operazione un milione e mezzo di dollari. Questi sarebbero andati solo in minima parte per i riscatti, «la maggior parte per permettere la loro fuga dal territorio dello Stato islamico».
CINQUEMILA UCCISI. Dopo essere fuggiti da Sinjar, molti yazidi si sono rifugiati in Kurdistan, altri in Turchia, altri ancora in Siria, mentre alcuni vivono ancora sui monti vicini alla città. Questi ultimi sarebbero almeno seimila e rischiano di morire di fame e di sete. Secondo il presidente del Consiglio spirituale degli yazidi, Tahsin Ali Saeed, cinquemila yazidi sono stati uccisi dall’Isil ad agosto e settemila persone, tra cui donne e bambini, sono state rapite.

La Stampa Mondo

Sara ha quindici anni e ha pensato più volte a togliersi la vita nel corso della sua tragica esperienza. La ragazza appartenente alla comunità degli yazidi iracheni è stata rapita dalle milizie dello Stato islamico e venduta al miglior offerente. La sua cattività è durata circa un mese, durante il quale i suoi padrini la picchiavano «per farle un regalo», e un paio di volte le hanno levato del sangue con una siringa per renderla più debole e docile alle loro «attenzioni». 
«Sara - nome di fantasia dato per proteggere la sua vera identità - è uno dei membri della minoranza che vive nella regione nord-occidentale dell’Iraq, in particolare nella provincia di Sinjar, presa di mira dagli jihadisti al comando di Abu Bakr al Baghdadi. Una comunità da sempre perseguitata: Sara porta ancora i segni di una serie di bombe esplose nel suo quartiere nel 2007, messa apposta dagli estremisti sunniti: allora morirono 800 persone e 1.500 rimasero ferite.
A sette anni di distanza il terrore è tornato nella sua vita per mano dei miliziani dello Stato islamico: catturata picchiata e venduta. Portata a forza a Falluja e ceduta per denaro a due uomini «grassi e vecchi», che vivevano nella stessa casa. «Non mi davano tanto da mangiare, e io tentato vi oppormi a loro facendo resistenza passiva - racconta la ragazza -. Ha pensato più volte a togliermi la vita, ma poi mi venivano in mente la mia famiglia e mio fratello, andavo avanti solo per loro».
Sara è riuscita a fuggire e ora si trova in un campo profughi a Dohuk, e oggi racconta il suo incubo fatto di percosse, torture, stupri e degrado. Lei, come altre ragazze yazide rapite, sono anche state costrette a guardare i video delle decapitazioni eseguite dai jihadisti. «In alcuni filmati si vedevano le teste infilate in pentole da cucina - ricorda Sara -. E i miliziani ci chiedevano, “sapete chi è questo?”. E poi si mettevano a ridere». Dalla disperazione «una di loro si è impiccata, un’altra ci ha provato ma i miliziani l’hanno fermata e picchiata a sangue», dice Sara, precisando che dopo quell’episodio, nessun’altra ha tentato di togliersi la vita.
Nel campo di Dohuk c’è anche Leila, 19 anni, per lei l’incubo è iniziato mentre cercava di fuggire a piedi dal villaggio di Sinjar con il marito e alcuni membri della famiglia. Gli estremisti li hanno catturati, costringendo gli uomini a sdraiarsi con la faccia a terra, e quindi li hanno uccisi. Leila è stata invece portata a Mosul, e chiusa in un comprensorio con un migliaio di altre donne. «Gli jihadisti dell’Isis - racconta - ci hanno chiesto di convertirci all’Islam, minacciando che altrimenti avrebbero ucciso tutti i membri della nostra famiglia».
Alcune hanno ceduto al ricatto per salvare il padre, il marito, o il fratello. Leila, come Sara, è riuscita a fuggire, e a raccontare la propria storia, e quella di tante altre della loro comunità vendute tra i cento e i mille dollari, e negoziate come bestiame al mercato di essere umani di Aleppo. E se sopravvissute, talvolta ripudiate una volta di ritorno a casa, per un perverso senso dell’onore osservato dalle loro comunità. 


Televideo

25/11/2014 16:09
Onu: a Isis 45 mln di riscatti all'anno
  16.09                                
 Onu: a Isis 45 mln di riscatti all'anno
 Lo Stato islamico ha ricevuto dai 35  
 ai 45 mln di dollari per il pagamento 
 di riscatti in un anno. Lo hanno detto
 esperti Onu che si occupano di moni-  
 torare le sanzioni contro al Qaeda.   

 Nel summit della Commissione antiterro-
 rismo del Consiglio di sicurezza Onu, 
 è stato poi stimato che dal 2004 al   
 2012 sono stati pagati 120 mln di dol-
 lari in riscatti ai gruppi terroristi-
 ci. Anche per questo, continuano a cre-
 scere i sequestri a scopo estorsivo,  
 che per Al Qaeda, spiegano gli esperti,
 sono la "tecnica per trovare soldi".  


Agenzia kurda Rudaw


by Nasir Ali
DUHOK, Kurdistan Region – On a hidden phone and in secret phone calls, a Yezidi girl held with 200 others as war booty by Islamic State (IS/ISIS) militants near Mosul painted a tragic picture of girls being singled out daily as sex slaves, and some committing suicide.
Every day, IS fighters visit the prison hall to pick out the prettiest for their emirs, said the girl, who is 24 and whose name is being withheld by Rudaw for her safety.
“Three to four times a day they visit the hall.  The girls plead with them for a bullet in the head to put them out of their misery,”
she said in between sobs in a secret phone call to a Rudaw reporter.
She said that about 200 Yezidi Kurdish women were being held in a big prison hall near Baaji county in Mosul province.
Most of the captives are from the Shingal districts of Gir Azair and Siba Sheikh Khidri which came under sudden IS attacks in early August, said the girl, recounting how they were captured.
“We were in Gir Azair district where IS fighters appeared so suddenly that we were unable to flee. They started arresting everyone -- men, women and children. Later, they took us to Shingal county, where they separated women from men.”
“We were about 200 girls together. Later, we were taken by pick-up trucks to another location close to Baaj district,” she added.
According to information obtained by Rudaw from activists and Yezidi religious leaders, 2,000 Yezidis have fallen into the hands of the IS fighters and remain unaccounted for.
In weeping tones, the girl repeatedly gave the location of their prison, pleading for fighter jets to pound the place so they could all rest in peace.
“Every day the fighters come and look among us,” she said, hardly able to control her emotions. “They pick two or three pretty girls. When the girls return they are in tears, exhausted and humiliated. The fighters take the girls to their emirs, and the emirs assault them sexually.
One phone conversation was suddenly interrupted when she hurriedly whispered, “Hang up, hang up, they are coming.”
In another call she said that conditions, including the food, were bad.
“So far, a number of girls have committed suicide. Today, one girl hanged herself with her headscarf and died,” she recounted, pleading for help.
“Rescue us, rescue us,” she begged. “Anyone who can hear our voice -- US, Europe, anyone -- please help; rescue us.”
The IS has especially targeted the non-Muslim minorities, with the Yezidis especially reviled by them as “devil worshipers” for their religious beliefs.



Nuri Osman, special coordinator for Yezidi refugees in the Kurdistan Regional Government (KRG), revealed that 234 Yezidis have freed from the clutches of the Islamic State (ISIS), 150 of them females, and many as young as 12. He said the KRG had helped either through facilitating the escape of victims or in some cases paying “a sort of” ransom. Osman added that once information was obtained about a victim, there was a “complicated mechanism” to secure release. He said various sums were paid – once $20,000 for five women, and that the total money paid was about $1.5 million. “In all cases, helping them get to safe places has been our primary objective,” Osman said.  He added that all the victims were being returned to their communities, and welcomed without stigma, despite reports of sexual abuse of Yezidi girls in captivity.
Here is an edited transcript of the interview:
  • Rudaw: Can you confirm media reports that nearly 200 abducted Yezidis were rescued, and explain how they were rescued?
  • Nuri Osman: According to our estimate, 234 people have been rescued, 150 females and 84 males. Obviously, by female we mean both adult women but also a number of young girls. And then we have both men and young boys.
  • Rudaw: How were they rescued, and who was behind the operations? In some cases we have paid some sort of ransom, in other cases we just facilitated their escape.
  • Nuri Osman: There was a complicated mechanism that is hard to explain. This was done under direct order and supervision of the president and the prime minister (of the Kurdistan Region). Each rescue mission is a unique story.
  • Rudaw: Are the rescued Yezidis now all together or were they in different groups?
  • Nuri Osman: No, they have been rescued on different occasions and are separate from each other.
  • Rudaw: Have you paid any ransom?
  • Nuri Osman: In some cases we have paid some sort of ransom, in other cases we just facilitated their escape. In all cases, helping them get to safe places has been our primary objective.
  • Rudaw: Is the ransom paid directly to the ISIS gunmen or is there a middle man?
  • Nuri Osman: There are different middle men who help us. We pay the ransom through these people and get our abducted people back.
  • Rudaw: You have earlier said that you will rescue them with internal and external efforts. What did you mean by external effort?
  • Nuri Osman: Some of them are not held in Iraq. Some of them have been transferred to Syria. We have had efforts even there. We have rescued people from Syria, both men and women. So far, we have assisted 30 people to come back from Syria.
  • Rudaw:  Is the Syrian government assisting you? So far, we have assisted 30 people to come back from Syria.
  • Nuri Osman: No, in no way. We mostly use our own private connections.
  • Rudaw: Who helped you in Syria?
  • Nuri Osman: They are locals but not necessarily Arabs. There are some Kurds, too. But I really don’t want to get into details for security reasons.
  • Rudaw: Who pays the ransom? Is it the Kurdistan Regional Government?
  • Nuri Osman: Yes, it is. In many cases locals give us information and we do our best to help the abducted to safety.
  • Rudaw: If anyone has information, how can you be contacted?
  • Nuri Osman: We have special teams that consist of local Yezidis. We have also been in touch with the newspapers and the media in general. I’m from Shingal myself so people can directly contact me.
  • Rudaw: How big has the ransom been?
  • Nuri Osman: We have not paid ransom for all of them. Some have fled and some have needed our assistance to flee. But in all cases, we have facilitated their escape one way or the other. The amount of the ransom has not particularly been high. Just as an example, we paid $10,000 for the return of two men this week. We paid $20,000 to bring back five women. In total we have spent over $1.5 million. Then there has been transportation costs. In some cases the rescued Yezidis had to cross Islamic State territory again on their way back to Kurdistan and we had to pay more to safeguard their return.
  • Rudaw:  What about reports that ISIS is selling people. Just as an example, we paid $10,000 for the return of two men this week. We paid $20,000 to bring back five women.
  • Nuri Osman: Well, some manage to flee ISIS and then call their relatives, who inform us and we help through our local friends and connections to bring them safely to Kurdistan. But in some cases we have paid ransom specifically to those who have rescued people. What’s important is to bring the people back to Kurdistan.
  • Rudaw: Isn’t this some sort of moneymaking on the part of the middle men?
  • Nuri Osman: No, I don’t think so, because we have follow-ups. We study each case and then decide to pay the ransom.
  • Rudaw: Does this only involve the Mosul area or have you paid for the return of people in other areas as well?
  • Nuri Osman: We have paid people in central and southern Iraq, too.
  • Rudaw: Do you have any information about the systematic trafficking of women by the Islamic State?
  • Nuri Osman: As far as we know they sell and buy among themselves or give the women to each other as gifts, unfortunately.
  • Rudaw: Those that have been rescued -- and especially the women -- are they under any kind of medical or psychological help or treatment? Have any of these women been exposed to sexual assault of any kind?
  • Nuri Osman: There are a number of cases where women have been exposed to rape, but also of men who have been violently beaten. We have had a team of specialized doctors and psychologists who help the survivors from the day they arrive. But of course, it is up to the victims to let our teams help them recover, we cannot impose it on them. However, they encourage them to do so.
  • Rudaw: Have the victims confirmed stories of ISIS gunmen buying and selling womenThere are a number of cases where women have been exposed to rape, but also of men who have been violently beaten.
  • Nuri Osman: The survivors are not aware of any specific details, but our information confirms that this is happening.
  • Rudaw: What is the age range of the women you have rescued?
  • Nuri Osman: Nearly 40 of them are below 12 years old, and the rest are older.
  • Rudaw: Do you have any knowledge about the number of those still in captivity?
  • Nuri Osman: No, we don’t, and the problem is that we cannot confirm whether people are still alive or have indeed been killed or abducted. We regard them as abducted until it can be confirmed either way.
  • Rudaw: Can you check and verify how many people are in the camps and then establish how many are missing?
  • Nuri Osman: No we can’t, because not all of them are in the Kurdistan Region. Some have fled to Syria and Turkey.
  • Rudaw: How is the condition for those rescued and now in Kurdistan?
  • Nuri Osman: We have offered them our help in terms of medical care, paying the rent for temporary apartments and any other thing that they need. But with regard to the 1.5 million refugees in Kurdistan, I have to say we have done what we have been able to -- the Iraqi government hasn’t offered much. It seems to me it does not regard these refugees as citizens of Iraq. But I must say that people in general have been very kind and humane in helping and embracing the victims. The female victims, especially, are being treated affectionately by their communities. I am overwhelmed by the way fellow Yezidis have shown extraordinary respect for these brave women. They are respected and warmly accepted them back into their communities. They are not being stigmatized, and it’s a moment of pride and joy.
  • Rudaw: Has the Iraqi government helped in any way?
  • Nuri Osman: We have seen very limited efforts by Baghdad, nothing comprehensive. They have said they allocated nearly $100 million dollars. The KRG has not received any of this money, but what I can confirm is that we are going to build 26 camps in Kurdistan and nine of them will be in cooperation with Baghdad.
  • Rudaw: What about the children that you have rescued? How old are they?
  • Nuri Osman: There are 40 girls below 14. There are six-month-old babies, 2 year olds, 4 year olds and so on and so forth.
  • Rudaw:  The International Criminal Court (ICC) at The Hague has rejected efforts by the KRG to recognize the ISIS atrocities against the Yezidis as genocide.
  • Nuri Osman: The main problem is that Iraq is not a member of the International Criminal Court so it is really difficult to ask the ICC to take action, but we have asked the UN to send a delegation specifically for this purpose, they have confirmed and asked us to collect as many evidence as possible. We have now a committee that deals with this issue.

Link su commenti e fotografie da fonti internazionali /  See also international comments and images
Washington Post ISIS fighters seem to be trying to sell sex slaves online
Schiave in vendita su Facebook, con foto e prezzo, 8.000 dollari. È la nuova frontiera dell' Isis che ha fatto dell'uso dei social network uno dei suoi strumenti più potenti. Lo riporta il Washington Post. «A coloro che pensano di acquistare una schiava, questa costa 8.000 dollari» si legge in un post datato 20 maggio su un account dal nome Almani, riconducibile a un cittadino di origini tedesche che sta combattendo per l' Isis in Siria.
Iraq's Yazidis Flee ISIS Militants
Iraq Crisis: Yazidi Women Leap off Mount Sinjar Cliffs to Escape Sex Slavery by Islamic State Militants

Guardian,
Who are the Yazidis and why is Isis hunting them?

New York Times
Betrayal of Yazidis Stokes Iraqi Fears of Return to 2006 Sectarian Horrors
 
International Business Times news
Islamic State Slaves: Yazidi Girls Sold Into ISIS Slavey Bought Back by Families For a Year's Salary
Islamic State Slaves: Yazidi Girls Sold Into ISIS Slavey Bought Back by Families For a Year's Salary

Link di soggetto analogo o collegabile

Abusi contro bambini e donne / against vhildren and women
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ESPERIMENTI SU BAMBINE /I (html)
Links Europei contro la Pedofilia, il Settarismo e gli Abusi Strutturati  e/o Rituali
Mind Control Victim Awarded $1 Million

STUPRI DI GUERRA: I figli dell'odio
Regina Louf  Silenzio. Qui si uccidono bambini
Isis-Kurdistan: vemdita di donne e bambini


Domenico Quirico il Grande Califfato - ed Neri Pozza


Domenico Quirico
Il Grande Califfato
collana: I Colibrì
ISBN 978-88-545-0891-0
Pagine 240








U.S. forces make hostage rescue attempt in Iraq, sources say

By Barbara Starr and Jason Hanna, CNN
Updated 1406 GMT (2106 HKT) October 22, 2015
AsiaMiddle EastAfricaEuropeAmericas
Hostage rescue attempt conducted in Iraq 01:20
(CNN)[Breaking news update, published at 9:11 a.m. ET]
An American was killed in an overnight operation to rescue Kurdish hostages in Iraq, two U.S. officials told CNN on condition of anonymity Thursday.
Seventy hostages were liberated in the operation, in which Kurdish and Iraqi forces also were involved, U.S. officials said.
The operation was in Hawija, Iraq, one U.S. source said.
[Original story, published at 9:02 a.m. ET]
U.S. special operations troops were involved in an attempt to rescue Kurdish hostages overnight in Iraq, U.S. officials told CNN on condition of anonymity Thursday.
Initial reports indicate a U.S. service member may have been injured or killed in the attempt, the officials said without elaborating.
Details about the attempt, such as whether hostages were rescued and how many hostages there were, weren't immediately available.
CNN's Jason Hanna contributed to this report.

28/11/2015 18:11 Iraq, un'altra fossa comune di yazid 18.11                                
 Iraq, un'altra fossa comune di yazidi 
 Trovata a Sinjar,nel Nord dell'Iraq, u-
 na fossa comune con i resti di oltre  
 120 persone uccise dai jihadisti dello
 Stato islamico. Si tratta della sesta 
 scoperta dentro e nei pressi della cit-
 tà irachena riconquistata dalle forze 
 curde il 13 novembre scorso.          

 L'Isis aveva preso Sinjar nell'agosto 
 2014, massacrando la minoranza yazida.
 Secondo le Nazioni Unite i crimini com-
 messi dai jihadisti contro gli yazidi,
 la cui fede è considerata eretica, po-
 trebbero configurarsi come genocidio. 

Tahir Elci, legale per i diritti umani molto noto, assassinato a Dyarbakir Proteste a Istanbul, le forze dell'ordine impiegano i lacrimogeni. L'ambasciatore Usa ad Ankara, John Bass, in un tweet si è detto "scioccato e profondamente addolorato" per l'uccisione Protesta a Istanbul contro arresto giornalisti di Cumhuriyet Turchia: Pkk, uccisi 31 soldati in un attacco nel sud-est - See more at: http://www.rainews.it/

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L'intero sito è ora pubblicato in un libro enciclopedico - pur privo degli ultimi aggiornamenti -: per copertina, frontespizio e ulteriori spiegazioni vedi file Libro / book / The complete site - even if already at present lacking of the newest up-dates - is ready also as an Encyclopedic book
libreria Cortina TorinoVia Ormea 69 10125 Torino (ITALY)
tel/Phone: 0039 0116507074 / 00390116505228
8
Fax: 00390116502900
, ,


Questa rielaborazione del famoso Sonno della ragione di Goya -  ufficialmente copyright - è resa molto più inquietante dell'originale per essere utilizzata come copertina del libro e spiegata dal Disegnatore Andrzej (Andrew) Suda / This powerful, more puzzling creative modification of Goya's Sleep of reason - marked by official Copyright - here is used as book cover's image, and explained by the Designer: Andrzej (Andrew) Suda:
s
hould look just like many of the events described by the victims: they exist, are bothersome, and we don’t know exactly WHY they are there but they are there…come molti dei fatti descritti dalle vittime: essi esistono, turbano enoi non riusciamo a conoscere esattamente il  PERCHE' ci siano, ma ci sono...]
About the Book This book not only documents the case of Andrzej Suda, it is also filled with documentation from the worlds most influential documented cases of psychological abuse, electronic harassment, organized stalking and mind control. Some cases include Rauni Leena Kilde MD., Dr. Reinhard Munzert, Kathy Sullivan, David Larson, and many others... Please support the truth with the purchase of our book. This will document many technologies and mind control weapons that have been kept hidden from the mainstream public. Over 600 pages of action packed TRUTH!


Up-to-dateDalla presentazione dettagliata del libro It's Abuse NOT Science fiction, e dalla data di pubblicazione - 14 luglio 2005 - molto è cambiato e molti DOCUMENTI sono stati sia sostituiti che aggiunti. In attesa di una completa nuova edizione del volume principale ne viene per ora edito un SUPPLEMENTO INTEGRATIVO per diffondere IMPORTANTI nuovi documenti di PRIMA MANO: UP-TO-DATE DOSSIERS non è soltanto un supplemento ma una NUOVA PUBBLICAZIONE: un autonomo VOLUME.
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The book previously published at present needs to be modified.
It's Abuse NOT Science fiction
published on July 14 2005 shortly became OUT OF DATE and so required to present the novelties coming from readers comments, from new deeds and - MOSTLY- on present-day flash-back disclosures - to note that for some victims it is easier to write than to speak. UP-TO-DATE DOSSIERS of It's Abuse NOT Science fiction = Gli Abusi mentali, fisici e tecnologici NON sono Fantascienza for the time being launched as supplementary book, supplementary but matching also by itself not only for propose simple improvement, rather mostly to share some new particular important DOCUMENTS.


Segnalazione file "ospitati"

Attenzione alle informazioni fornite da autori sospetti
Microwave Mind Control: modern torture and control mechanism eliminating Human Rights and Privacy
Mind Control Victim Awarded $1 Million The Franklin Coverup Scandal
Sabotage Photos and List
Silent subliminal presentation system
Covert Operation

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E' significativo un file presente in un altro sito:
IMBROGLIO E' IL CONTRARIO DI SVILUPPO. Da: 'La violenza contro il bambino' a 'Tempo di mutamenti' e 'La meglio gioventù'
Provengono da un altro sito - o meglio: da uno dei libri da questo derivati - alcune pagine di argomento introdutivo ai concetti base della MEDICINA e della CONSAPEVOLEZZA ed anche pdf completi dei libri:
Consapevolezza e memoria.(libro)
Copertina libro Infanzia
Infanzia:un-mestiere-difficilissimo

e anche i singoli file
Medicina:scienza applicata e multidisciplinare.Emozioni,istinti,ricordi,contraddizioni
Quando la cartella clinica è terapeutica... Dare ai ricordi una specie di seconda vita?
Consapevolezza e memoria.(file)


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