IL PREZZO DEL POTERE diSolange Manfredi presentata da Associazione italiana,scientifica e giuridica,contro gli abusi mentali,fisici e tecnologici è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale. Based on a work at http://paolofranceschetti.blogspot.com/2008/11/il-prezzo-del-potere.html. Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso http://paolofranceschetti.blogspot.com/2008/11/il-prezzo-del-potere.html. IL PREZZO DEL POTERE28 agosto 2016 / August 28 2016 |
Indice interno #premessa-blog, #testimonianze, #reazione_rifiuto, #link_e_avvisi Per una
visione panoramica sulle tecnologie "aggressive" e possibilità
di difendersene vedi - con beneficio di inventario / look with caution
to - MIND-WEAPON
Crimini contro l'Umanità: STUPRI-DI-GUERRA:
i figli dell'odio |
articolo scritto da Solange Manfredi il 20 novembre 2008 e riportato qui in via privata, seguito da testimonianze, traduzione riassuntiva e dai paragrafi del sottocapitolo: #reazione-rifiuto, Premessa.Paolo in questo blog ha scritto alcuni articoli su alcune associazioni esoteriche che hanno fatto sorgere tra i lettori confronti, a volte, anche accesi.Diverse persone hanno commentato gli articoli scrivendo le proprie esperienze, e non solo. Altri sono intervenuti per mettere in guardia dal “fascino” che dette associazioni possono avere su alcune persone. In ultimo, ieri, un’amica di Paolo, letto il suo ultimo articolo sulla Rosa Rossa, gli ha detto che leggerlo fa venir voglia di iscriversi, più che di combattere il fenomeno..., fa venire voglia di dire voglio anche io avere conoscenze superiori; voglio anche io avere potere... Ed ecco il perché del mio intervento. Il prezzo del potere.Ho avuto la straordinaria - nel senso
letterale del termine, ovvero fuori dall’ordinario
- possibilità di vivere in una famiglia che tale potere aveva,
inserita ai massimi livelli italiani.
Per tale motivo ritengo opportuno dare la mia testimonianza sull’altra faccia di questo potere che tante persone può affascinare. Questo tipo di potere ha un costo enorme ed è quello della vita e della libertà tua e della tua famiglia. Certo, la mia famiglia aveva potere e denaro, ma a che prezzo cercherò di spiegarvelo nel modo più semplice. Non ho mai visto, un solo giorno, mio padre senza la paura negli occhi. Non l’ho mai visto veramente sereno e sorridente. Era un bravissimo attore e, in società, era considerato un uomo bello, intelligente, simpatico, ironico, tollerante, comprensivo e disponibile. A casa era un uomo chiuso, sospettoso, iroso, intollerante e cinico. Era un uomo spaventato. Perché quando accetti di far parte di questo mondo, o di queste organizzazioni, il prezzo da pagare è questo:
Vuol dire che ti viene tolta la dignità e la libertà. Diventi, niente di più e niente di meno, che uno schiavo strapagato. Uno schiavo che deve essere sempre pronto ad esaudire i desideri dell’organizzazione, qualunque essi siano, legali o no. Uno schiavo che non ha la possibilità di difendere neanche la sua famiglia, perché anche quella appartiene all’organizzazione. Uno schiavo che potrà chiedere grandi vantaggi anche per la sua famiglia, certo, ma che se attaccata dall’organizzazione non avrà la possibilità di difenderla. Anzi, se chiesta, sarà lui a doverla concedere. Sarai a
conoscenza, quando addirittura
non complice od esecutore,
di reati che
servono sia agli scopi dell’organizzazione sia per renderti uomo ricattabile.
Dovrai scattare ad ogni loro richiamo. Dovrai sottostare a qualsiasi loro richiesta. Vivrai nel terrore di sbagliare, sapendo che la pena per tale errore è la più atroce. Ogni giorno vivrai con l’ansia che il telefono squilli, o che qualcuno arrivi nel tuo studio a farti l’ennesima richiesta oscena a cui tu dovrai obbedire; perché hai potere certo, ma c’è sempre qualcuno sopra di te. Perché magari un giorno, se ti verrà chiesto, dovrai dare l’ordine di uccidere un uomo onesto, solo perché, svolgendo il suo lavoro, si è avvicinato pericolosamente a scoprire l’organizzazione di cui fai parte. E sarà difficile prendere sonno quella notte. Ma lo sarà ancora di più la notte seguente all’attentato che hai ordinato di fare, quando saprai che l’autobomba imbottita di tritolo ha ucciso anche una madre con i suoi due figli, colpevoli soltanto di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Sarà difficile quella sera rientrare a casa e vederti correre incontro tua figlia, che ha più o meno la stessa età dei bambini morti nell’attentato che hai ordinato, per un abbraccio. Sarà difficile, quasi impossibile, ricevere quell’abbraccio, perché quel contatto potrebbe farti pensare a quei bambini, i cui corpi sono stati ritrovati a decine di metri di distanza, spiaccicati sulla facciata di un palazzo, e farti crollare emotivamente. E allora, probabilmente, allontanerai con rabbia tua figlia, le impedirai qualsiasi contatto, lasciandola delusa e confusa. O forse passerai settimane intere tornando a casa tardi la sera, per essere sicuro che già dorma, per poi svegliarti la mattina quando è già uscita per andare a scuola. Negli anni questo stato ti porterà a chiuderti dentro una corazza, che ogni giorno si farà più stretta, fino a soffocarti. Perché denaro e potere non riescono a cancellare il fatto che ti hanno annullato come uomo, privandoti di dignità e libertà. E anche quando qualcuno dell’organizzazione causerà un danno alla tua famiglia e questa ti chiederà tutela, il non poterla dare, il non poter loro spiegare che quel danno, o quel reato, non può essere denunciato, sarà difficile. Perché tra voi non vi potete denunciare, in quanto considerate i tribunali dello Stato “tribunali profani”, indegni di giudicarvi. Cercherai scuse per non agire e, se la tua famiglia cercherà di tutelarsi da sola, arriverai perfino a rubare da casa i documenti che comprovano il reato per impedire la denuncia. Ed allora per la tua famiglia diventerai, nella migliore delle ipotesi, un uomo che causa sofferenza ed incomprensioni. Sarà difficile reggere tutto ciò. Perché sarà difficile da reggere la recita in pubblico, sempre in tensione ad ogni persona che ti si avvicina e ti dice: Sono un amico di…. le posso parlare?. Con una “corte” attorno a te di uomini che ti adulano certo, ma che tu sai perfettamente aspettano solo un momento di tua debolezza per pugnalarti alle spalle e prendere il tuo posto, ed il relativo potere, nell’organizzazione. E sarà difficile reggere le incomprensioni che il tuo atteggiamento ha causato in casa. Certo, cercherai disperatamente di compensare quelle incomprensioni con quel denaro tanto facile ed immeritato che a fiumi ti viene fatto scorrere nelle tasche. Ma può capitare che alla tua famiglia non interessi tanto denaro, interessi avere un padre ed un uomo, ovvero quello che tu non sei più. Ed allora ogni giorno sarà una sofferenza per te e per chi ti sta accanto. Il momento peggiore, poi, sarà quando non riuscirai più a sopportare tutto ciò e cercherai un modo per uscirne, per trovare una scusa all’ennesima indecente richiesta. Sarà proprio allora che ti verrà ricordato che non sei libero di scegliere, e te lo ricorderanno nei modi peggiori. Magari faranno avvicinare tua figlia da qualcuno che le farà un discorso strano, che lei non sarà in grado di capire, ma che le verrà chiesto di riferirti, perché tu, invece, ne comprenderai perfettamente il significato. Ed allora inizierà il panico. Un panico incontrollato. E inizierai a tremare ogni qualvolta tua figlia uscirà di casa, ogni volta che ti racconterà di aver conosciuto un ragazzo. Reagirai con la tipica rabbia dettata dalla paura chiedendole di non vedere mai più quella persona, adducendo scuse a tale richiesta, scuse banali e per tua figlia incomprensibili. Questo allontanerà ancora di più tua figlia che, per vivere, inizierà a mentirti e a nasconderti la propria vita. Tutto ciò aumenterà ancora di
più la tua paura e
la tua sensazione di impotenza.
Così avanzerai verso di lei pretese sempre più assurde, cercando di controllare ogni sua amicizia, ogni suo spostamento e, quando tua figlia ti chiederà spiegazioni per questo tuo comportamento, non saprai cosa dire. Perché probabilmente non avrai la forza di spiegarle che rischia la vita, che è pericoloso uscire con un ragazzo incontrato in discoteca, perché lei è usata come strumento di pressione e di ricatto perché tu obbedisca. Perché non potrai spiegarle che quella persona con cui lei ti dice aver passato una bella serata e che, conoscendoti, ti manda i suoi saluti, in realtà voleva farti sapere che è stato così vicino a tua figlia da poterla uccidere con una sola mano. Non potrai. Né potrai spiegarle che vive questa situazione perché tu hai scelto anni prima di avere potere e denaro per poter avere una bella casa, per poter avere incarichi che non meritavi, per non rispondere giudizialmente di eventuali errori nella tua professione, per poter fare le vacanze nei posti più esclusivi, per poter ottenere con facilità cose che non ti spettavano, ecc.. Non potrai spiegarle che la sua vita appartiene ad altri perché tu volevi il potere. Ed non potrai spiegarlo perché anche tu trovassi la forza di farlo, sapresti perfettamente che non servirebbe a nulla, se non a far vivere nel panico anche i tuoi cari. E’ a questo punto che ti accorgerai di quanto ti sia costato quel potere, ma non potrai più tornare indietro. Non potrai più porre rimedio a quella scelta fatta per l’ambizione di arrivare dove altrimenti non saresti mai arrivato. Non avrai più via di scampo, come non ce l’avrà la tua famiglia, che vivrà in un incubo senza sapere perché. Nessun rapporto, solo recite in pubblico per la società, che tu obbligherai la tua famiglia a recitare con la paura ed il ricatto, i soli strumenti che ti saranno rimasti avendo perso il loro amore, la loro stima e la loro fiducia. E neanche la tua morte salderà il conto, perché la tua famiglia sarà costretta a scegliere: se entrerà nell’organizzazione manterrà ciò che ha, se rifiuterà le verrà tolto tutto. Si perché le strutture che tu hai messo in piedi, siano aziende o studi professionali, sono strutture dell’organizzazione e tu eri solo lo schiavo strapagato che le portava avanti, la c.d. testa di legno - "testa di legno" espressione per indicare una persona "sacrificabile" e, per questo, strapagata. Così, se la tua famiglia rifiuterà, le verrà tolto tutto. Se cercherà di ottenere ciò che ritiene suo, e che la legge dice esserlo, verrà massacrata (morte civile, calunnie, minacce, denunce pretestuose, ecc…). Se poi un componente della tua famiglia, magari tua figlia, sceglierà di aiutare le persone che cadono vittime della tua organizzazione - e sono tante - perché, grazie alla sua esperienza di vita, vi conosce e riconosce, o cercherà di informare sul meccanismo del vostro potere, saprà che sarà un progetto che non potrà pianificare. Saprà che, probabilmente, una sera ci sarà qualcuno che, come tante volte hai fatto tu in passato, darà l’ordine di eliminare il problema e l’esecutore, con rapidità ed efficienza, entrerà in azione assicurandosi che il decesso venga archiviato come incidente o suicidio. Questo è il
prezzo del potere.
Alle singole persone scegliere se vale la pena pagarlo. Io, ho scelto
la libertà per poter, come ebbe a dire Paolo Borsellino:... sentire la bellezza del
fresco
profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso
morale, dell'indifferenza, della contiguità, e quindi della
complicità…
An excerpt of translation:A
testimony on the other face of the Power that can entice so many. This
kind of Power is enormously costly: the cost of life and freedom for
yourself and your family. For, once you accept to become part of this
world, of these organizations, the price to pay is:
You can neither defend yourself nor your family. All is granted them and you cannot deny anything either to people of your rank or to your superiors. In substance you are at their service. What does that mean? It means that you are deprived of dignity and freedom. You become no more no less than an overpaid slave. A slave always ready to satisfy the organization desires, whatever they are, legal and illegal. A slave hasn’t got the chance to defend even the family because it belongs to the organization. A slave can ask for great advantages for the family, no doubt about that, but should the family be attacked by the organization, he\she has no possibility to defend it. Even more, if required, the slave must grant the possibility to act against it. Even if not an accomplish or an executioner, you shall get to know crimes finalised either to fulfil the organization aims or to make you a subject of blackmailing. You must promptly answer their call, you must submit to any possible request. You shall live in fear of making an error, conscious that penalty for such an error shall be of the most atrocious kind. Every day you shall live in terror of the phone ringing, or of someone turning up in your office to demand the nth obscene request you must obey; for no doubt you have some power, but someone is always above you. |
Commenti e testimonianze:L'articolo originario era apparso in un blog i cui contenuti sono per lo più superficiali, scandalistici, pretenziosamente complottistici e misterici se non morbosi, ovviamente seguiti da altrettanto inattendibili commenti in sostanza irrilevanti. Un commento per tutti:Etichette: Racconti personali. Anonimo ha detto... Ma un impatto ben differente e significativo è dato dal far convalidare questo testo da una ben più grave vissuta testimonianza: una spontanea lettera di risposta unita a "documenti" verbali e iconografici che indirettamente descrivono le passate vicende di chi scrive. L'autrice risulterebbe (???) nata nel 1969 e i fatti qui riportati riguardano soprattutto l'anno 1977-78 di cui finora non si riescono a trovare documentate le pur clamorose "tracce": addirittura un intero anno scolastico "svanito nel nulla"! In questo caso i numerosissimi scritti e soprattutto disegni sono stati eseguiti di getto quasi in uno stato di spontanea trance. Questo rappresenta in modo allegorico se stessa nel passaggio delle varie età in cui veniva "usata": da notare il pollice della "mano" confezionato come un "pacco regalo". In moltissimi altri disegni compaiono un "pacco" e un "punto interrogativo": solo molto di recente la svolta nei rivissuti ha individuato il "regalo": il BAMBINO. Importantissima a questo proposito è la lucida, implacabile testimonianza perfettamente spiegata nel sotto-capitolo presenza amica del file Esperimenti su bambine/i Questo disegno è "emerso" come finale di un altro testo scritto di getto, anch'esso quasi in stato di trance spontanea durante un rivissuto sconvolgente. Il disegno in parte spiegato dalle frasi trascritte rappresenta DUE delle principali "personalità" de I cervelli ed IO: Monk il killer, il sadico e Letizia la bambolina seduttiva, la piccola prostituta spia e killer. Ne esiste ed emerge anche una successiva più adulta versione: una consapevole seduttrice però a grave rischio di suicidio. Gli "impiccati"? Sono i "bambini inutili" Stassera non esisto, sono un ologramma, un ectoplasma ,un fantasma. ... ... Pazzia? Disperazione. Vedevo gli altri andare avanti, mentre io non riuscivo a spiegarmi i continui blocchi mentali e fisici e restavo indietro. Tutto mi era estraneo e tremendamente spaventoso. IO ero altro da ME. Ho
letto lo scritto di
Solange, mi
è venuto alla mente il titolo
di un libro di Primo
Levi: Se
questo è un
uomo. Nei lager toglievano agli uomini la libertà, la
dignità ed ogni umana emozione, per forza di cose, spariva. La
sopravvivenza ci
rende molto simili agli animali braccati, braccati dalla paura
di morire, braccati dal non sapere come andrà a finire, braccati
dai sensi
di colpa, dal sapere che non sei niente, mentre il braccante sa
perfettamente chi sei. E' una vita impari, dolorosa, sfiancante e sei
solo contro tutti.
Solange ha fatto benissimo a comunicare a noi tale sconquasso emotivo che una scelta del genere può causare e l' omicidio non è l' atto finale, ma l' inizio di un vero e proprio stravolgimento del tuo essere, dopo non sarai più la stessa persona. Lo scopo di ogni organizzazione e portarti a tale gesto, solo così saranno certi di averti dalla loro parte. E' il loro modo per renderti innocuo, svuotarti da ogni volontà che possa in futuro metterli nei guai. L' omicidio fa parte, a pieno titolo, del loro modo di operare, è nel programma, prima o dopo dovrai farlo, soprattutto se sentono che in qualche modo non sei affidabile. PS: nello scritto, ad un certo punto, compare una frase: la c.d. testa di legno.... può chiedere a Solange spiegazioni, credo sia molto importante per me. Tempo fa, ricorda? Usavo dire a P., ad A, a mia nipote, testa di legno.... è curioso...e come sa, credo poco alle coincidenze. L' organizzazione è una prigione più subdola, perchè, a differenza dei lager, qui
le sbarre non si
vedono, ma ci sono, eccome se ci sono!!! Sono celate dal denaro,
dal potere che non è mai gratuito, né dato per
meritocrazia, tutto ciò che ti viene concesso con tanta
facilità, puoi perderlo in un battere di ciglio.
Anche la vita, la propria,
soprattutto
dopo avere ucciso, a partire da
quel momento, non
ti
appartiene più!!!
Grazie per l' attenzione. La prima reazione è di rifiuto - the appalling silence of good peopleQuali
sono le strutture gerarchiche di un sistema autoritario e quali le
tecniche per annientare
la personalità di un individuo? Ouali rapporti si creano
tra oppressori e oppressi? Chi sono gli esseri che abitano la "zona
grigia" della collaborazione? Come si costruisce
un mostro? Era possibile capire dall'interno la logica della
macchina dello sterminio? Era possibile ribellarsi? E ancora: come
funziona la memoria di una esperienza estrema?
così spiega
la descrizione
editoriale
del libro I
sommersi e i salvati
comerisposte
dell'autore di Se questo è un
uomo nel suo ultimo e per certi versi più importante
libro sui Lager nazisti.
Ma se si
considerano i fatti in funzione non della loro effettiva
gravità, ma delle devastazioni
esistenziali che provocano o hanno provocato e mantenuto tali
non va sottovalutata la miriade - se si vuole ancor forse più
bieca nella sua stoltaggine e squallore - degli abusi sessuali di ogni
genere perpetrati su bambini anche molto piccoli: vale a dire
prepotenze corrompenti di adulti su chi risulta sicuramente inferiore e
dominabile. Forse prima ancora che con l'assassinio, mirato o solo dimostrativo, con i rituali di iniziazione più o meno sadici, con le blandizie e i favori... un sistema di dominio corrotto, di privazione di identità. volontà e consapevolezza - e quindi a sua volta deresponsabilizzante - fa leva su un "crimine" abbietto di ben più vasta e diffusa consueudine e omertà: la pedofilia. Nonni e nipoti non importa se maschi o femmine; fratelli o cugini maggiori; genitori - padri ma anche molto più spesso di quanto si creda: anche madri - e figli; e "mostri" e "mostricini" e "mosticiattoli" di ogni genere e provenienza... Ecco un'altra testimonianza immediata e spontanea scritta da una fonte ben differente rispetto al testo principale, cioè da una persona che si è trovata l'esistenza stravolta da una ben differente e ben più "banale" situazione: queste poche parole evidenziano di come le vittime diventino - anzi: quasi sempre rimangano - inconsapevoli complici: SI SONO PRESI LA MIA VITA,
sono un
involucro vuoto e morto
Io ero complice.
Levi, ricordando Manzoni, dice che gli aguzzini sono responsabili anche dei comportamenti abietti delle loro vittime. Devo riuscire a perdonarmi Qualunque
ccosa succeda.
Storia di un uomo libero Amici dalla parte delle vittime: LO SDEGNO NON SUPERI L'AMOREScrivo queste considerazioni per me importanti e frutto di esperienza. Vorrei che si intendessero queste parole non come un riferimento a un caso specifico, ma le si guardasse in senso più ampio. E ci si ragionasse su.Da
subito nella mia esperienza con X., ho notato un parte della
sua personalità diversa (NON sto parlando di multipli). Quella
parte
era morbosa, aggessiva, e allo stesso tempo seducente. E compariva una
volta ogni tanto anche in modo fisico (il volto diventava più
giallo,
le occhiaie più scure, gli occhi più opachi). Le mie
gambe lo capivano
ancora prima della mia mente!
Solo
da
poco tempo, però, è come se stessi iniziando a
capire
qualcosa di più. Quella parte che io tanto detesto, è in
realtà la
parte VITTIMA! Ho dovuto guardare in me e accorgermi di una serie di
cose: non solo stimolava la mia rabbia, mi provocava, ma
paradossalmente era seducente. Era quella che invitava in modo strano
alla sessualità. In quei momenti mi sentivo attratto
sessualmente come
non mai! Com'era possibile? Negare quella parte, lottare contro di essa
è stato del tutto inutile.
Ma
in
due occasioni recenti quella parte si è come "spenta" e
ciò
è avvenuto nel momento in cui io, non l'ho né
negata, né allontanata,
ma l'ho RICONOSCIUTA come VITTIMA e non come altro (o come
effetto).
Scopro
così, in modo empirico, che la vittima non è "oh
poverina"... La vittima è la parte più simile al
criminale
che l'ha abusata o torturata. E' quella che parla come lui, che agisce
come le hanno insegnato o come ha imparato a comportarsi DI CONSEGUENZA
per sopravvivere o, più semplicemente, vivere. Coccolare la
parte-vittima è fare una carezza ad un criminale.
Quella
parte è da affrontare ben sapendo con chi si ha a che fare,
quando possibile. Io ho parlato con lei, le ho indicato le
PAROLE
che
lei usa SEMPRE, le modalità che adotta e ha capito o deve
capire ogni
giorno di più che con me non attacca. L'ho
vista e la sto mettendo allo specchio. NUDA. Se inizio a vederla io, la
vedrà anche lui. E
la parte di
X. che la conosce, che la
vive sente che la maschera
non serve più. Che è alla luce del sole. E il
criminale quand'è
scoperto deve scappare. E nel giro di pochi istanti, quel qualcosa
scompare e anche FISICAMENTE.
Ed
ecco
un'altra testimonianza non di una "vittima" ma di un amico:
Io, nonostante XX dica che sono poco attento, so riconoscere quando è sincera, quando è lei e nessun altra, quando non interpreta o manifesta qualcuno che non è lei. Il problema è che a volte sembrano cambi repentini a seconda delle situazioni che si presentano e quindi dosorientanti. Potrei per esempio dire che in automobile cambia radicalmente, dà sempre l'impressione di avere una meta ben precisa da raggiungere nel minor tempo possibile ed è molto aggressiva e polemica come se chiedesse "pista". Questa cosa mi innervosice molto e non mi sento sicuro. Anche a proposito di quello che ha definito una sorta di chiarimento avuto con me al bar, devo aggiungere che ad un certo punto il tono emotivo e salito e di molto, si è fatta di nuovo aggressiva ma in modo diverso come se a quel punto l'obiettivo fossi io, ma non io, ma il suo dirimpettaio, chiunque fosse. Anche in quel momento ho temuto perché avevo la sensazione che una parola sbagliata l'avrebbe fatta esplodere. A
casa
poco dopo avermi
salutato è uscita senza
più guardarmi, di corsa, un cambiameto anche lì,
nell'arco di un
secondo; non ho saputo cosa può essere successo perché
non ho pù avuto
modo di parlarle.Aggiungo
una cosa di
cui però vorrei una conferma da parte sua.
Quando penso al passato di XX e non intendo, a questo punto, le vicende disumane ma la sua vicenda "umana" legata alla campagna e alla sua famiglia di origine mi viene in mente il libro Nè leggere nè scrivere. Mi viene in mente, perché, ho notato che con persone che provengono da esperienze umane simili (per esempio con molti dei pazienti della "Associazione per le protesi dentarie gratuite" e del dormitorio, ma non solo, con i gatti per esempio) è capace di instaurare una comunicazione, uno scambio, che a molti sarebbe impossibile. In quei momenti è pienamente lei. Sembra quasi che le personalità siano state create proprio per annientare quella capacità di sentire e comunicare che poi sono aspetti che la rendono la persona di cui mi sono fidato sin dal primo momento. Quello che Pasolini andava tanto cercando e spiegando con la cultura lei lo conosce profondamente ed è un linguaggio che si è perso: mi verrebbe da dire che è un patrimonio enorme che vale più di mille lauree. Forse la vera "lotta" sta proprio lì. E' anche vero che il condizionamento avuto dev'essere stato così forte e violento e magari falsamente gratificantre che tornare a quel linguaggio le può sembrare una specie di retrocessione, mentre ho la netta sensazione che per me sarebbe stato nel tempo giusto un'apertura gioiosa verso la vita. |
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