.
.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza
possono essere disponibili presso
Quello che dovete sapere sul benzene
31 gennaio 2010
In passato la benzina «super» conteneva un additivo antidetonante (la
cui funzione è quella di rallentare la velocità di esplosione
della benzina migliorando l'efficienza del motore) a base di piombo
tetraetile, il quale, avendo effetti negativi sul sistema nervoso, è
stato tolto e sostituito da altri composti tra cui il benzene.
La nuova benzina senza piombo è stata definita «verde» (i manifesti
pubblicitari rappresentavano un passeggino vicino ad un'automobile),
dimenticando o trascurando gli effetti del benzene in essa contenuto,
noto per i gravissimi danni emato-midollari, con un meccanismo di
azione molto simile a quello delle radiazioni ionizzanti, tanto che
viene anche definito tossico radiomimetico.
Il benzene (detto anche benzolo) è stato spesso impiegato
nell'industria, per le sue proprietà di solvente, nel periodo
antecedente alla legge 5 marzo 1963, che ne ha vietato l'uso.
L'entrata in vigore del Dm n. 60 del 2002 ha stabilito il valore limite
per la protezione della salute umana di 5 µg/m3 (microgrammi al metro
cubo), valore da raggiungere entro il primo gennaio 2010. Il Dm n. 60
prevede anche un margine di tolleranza di 5 µg/m3 (che riporta il
valore limite a 10 µg/m3) fino al 31 dicembre 2005. Dal primo gennaio
2006, e successivamente ogni 12 mesi, il valore è ridotto secondo una
percentuale costante per raggiungere lo 0% di tolleranza al primo
gennaio 2010.
Se la benzina rossa aveva il difetto di contenere alte percentuali di
piombo, la benzina cosiddetta verde ha il limite di contenere
percentuali non indifferenti di benzene: dalla tossicità del
piombo si è passati alla cancerogenicità del benzene.
Secondo recenti stime dell'Organizzazione mondiale della sanità e
dell'U.S. Environmental Protection Agency, l'esposizione «a vita» di
una popolazione a concentrazioni di 1 µg/m3 di benzene provoca 4-10
casi aggiuntivi di leucemia ogni milione di persone.
Ma quanto benzene c'è nella benzina «verde»? Appena è entrata in
commercio si diceva che il benzene era presente nella concentrazione
del 5%, tale percentuale è stata successivamente ridotta. In Italia, la
legge n. 413/1997 ha stabilito che il contenuto di benzene nelle
benzine non deve superare l'1% in volume; ciò significa che facendo un
pieno di 50 litri si carica circa mezzo litro di benzene!
Il benzene è un liquido incolore dal caratteristico odore aromatico
pungente che diventa irritante a concentrazioni elevate. La soglia di
concentrazione per la percezione olfattiva è di 5 mg/m3 (Air Quality
Guidelines for Europe, Who 1987).
L'odore del benzene ricorda quello della vernice fresca e quello dello
smalto per le unghie: quando un veicolo catalizzato parte si sente
chiaramente tale odore, che permane fino a quando il sistema
(catalizzatore, motore) non ha raggiunto le temperature di esercizio
(per la marmitta è di circa 800°C). Ne deriva che le emissioni
inquinanti, per i primi 4/5 km e con una temperatura esterna di 20°C,
sono paragonabili a quelle di una vettura non catalizzata. Con
temperature esterne inferiori a 20°C e con ingorghi di traffico
l'inquinamento è ancora maggiore.
Uno studio della Stazione sperimentale combustibili di Milano ha
dimostrato che una vettura non catalizzata, che procede in condizioni
di scorrevolezza di traffico a velocità costante, emette una
quantità di inquinanti inferiore ad una vettura catalitica
costretta a procedere con marce ridotte e con continue soste e
partenze, come avviene regolarmente in molte città italiane.
Quando in città si sente l'odore caratteristico del benzene, vuol
dire che la sua concentrazione è superiore a 5 mg/m3, mentre la soglia
di pericolo è di 5 µg/m3, cioè un valore inferiore di 1.000 volte.
Già a questo punto è chiaro che i blocchi alla circolazione
attuati in varie città italiane serviranno a ben poco per
tutelare la salute delle persone, perchà© tutte le vetture a benzina,
in situazioni di traffico intenso e per tratti di pochi chilometri,
emettono grandi quantità di inquinanti.
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Carta di Hendaye del 23 Gennaio 2010
25 gennaio 2010
Carta di Hendaye del 23 Gennaio 2010
Questa dichiarazione è stata redatta da associazioni e movimenti di
diversi Stati membri dell'Unione europea (Francia, Spagna,
Italia) che si battono contro la costruzione di nuove Linee ferroviarie
TAV (Treno ad Alta Velocità ) e di Linee merci rapide ad alta
capacità e che si riuniscono oggi per unire le forze e fare
ascoltare la propria voce considerato che le problematiche sono le
stessa dappertutto.
L'opposizione dovrà quindi superare il quadro locale per diventare europea,
Noi, cittadini, associazioni e movimenti provenienti da diversi Stati
membri dell'Unione europea (Francia, Spagna, Italia) in lotta contro i
progetti TAV
Constatiamo che:
- questi progetti costituiscono per i territori attraversati un
disastro ecologico, socio-economico e umano; la distruzione di aree
naturali e terreni agricoli, nuovi corridoi di degrado e di
inquinamento ambientale con rilevanti conseguenze negative per i
residenti locali,
- questi progetti non tengono in considerazione la partecipazione delle
popolazioni al processo decisionale; denunciamo l'opacità con la
quale agiscono i governi di fronte al profondo dissenso sociale e
comunale e il disprezzo degli argomenti e delle proposte dei cittadini,
- la motivazione ufficiale per la costruzione di queste nuove linee si
basa sistematicamente su ipotesi di traffico e di redditività
socio-economica false, così come di una sottovalutazione dei costi per
una migliore "vendibilità "� di progetti il cui valore reale non è
stato dimostrato. Numerosi studi hanno dimostrato al contrario
l'irrilevanza di questi progetti in termini economici e sociali (Essig
relazioni in Gran Bretagna, Bermejo nei Paesi Baschi meridionali, Citec
nei Paesi Baschi settentrionali, Brossard 1998 et Ponts et Chaussèes
2003 nel Rodano-Alpi, Quaderni dell'Osservatorio Tecnico della linea
Lione "“ Torino, "“ organismo italiano -), e le relazioni della Corte
dei conti francese e italiana.
- la priorità è data al TAV, cha ha un costo enorme, a scapito
del traffico locale e alla manutenzione e sviluppo delle reti
ferroviarie esistenti, che non sono nà© curate nà© ottimizzate per
sviluppare il trasporto merci che permette di servire le economie dei
territori e un trasporto pubblico accessibile a tutti.
- mettiamo in discussione l'espansione aberrante del trasporto
scatenata dal capitalismo globale che non ha consentito uno sviluppo
uniforme locale, ma ha favorito invece la concentrazione abnorme di
traffico e la delocalizzazione selvaggia della produzione.
Chiediamo:
- alla Commissione europea e al Parlamento europeo, promotori delle
politiche dei trasporti dell'Unione europea sulle medie e lunghe
distanza, di aprire una riflessione sull'assurdità e la non
necessità di grandi infrastrutture (TAV, autostrade, ampliamenti
degli aeroporti, super-porti "¦) e una profonda revisione della
strategia dell'Ue in materia di trasporto (TEN-T Trans European
Networks "“ Trasporti).
- ai governi di Francia, Italia e Spagna la cessazione immediata delle
attività e dei progetti TAV e l'apertura di un vero dibattito
pubblico uniforme a livello europeo sul modello di trasporto, di
sviluppo dei territori e sociale che sono alla base
dell'incremento incontrollato del TAV.
Affermiamo che le soluzioni si possono trovare :
nell'ammodernamento, manutenzione e ottimizzazione delle linee
esistenti, che rappresentano l'alternativa pi๠accettabile dal punto
di vista ambientale e un costo finanziario molto inferiore rispetto
alla costruzione di nuove linee, ciò che corrisponde all'applicazione
in Francia dell'articolo 1 della legge Grenelle Ambente del 3 agosto
2009 (soluzione prevista anche nel "Libro Bianco di Delors"�).
nella decrescita dei trasporti connessa ad una profonda trasformazione
del modello economico e sociale, dando la priorità alla
prossimità e alla rilocalizzazione dell'economia,
attribuendo in ultima istanza alle popolazioni direttamente interessate
il processo decisionale, fondamento della vera democrazia e
dell'autonomia locale nei confronti di un modello di sviluppo imposto
Radiazioni ionizzanti a Torino
17 gennaio 2010 Dott. ROBERTO TOPINO Nessun commento
Una vasta area di Torino, che sovrasta il passante ferroviario da largo
Orbassano a corso Vittorio Emanuele, risulta pavimentata con granito,
che presenta un valore di radioattività ben superiore a quello
rilevabile in altri graniti comunemente in commercio.
I valori di radioattività , riscontrati con un contatore Geiger,
superano pressochà© costantemente di almeno quattro volte il livello
atteso di circa 0,10 µSv/h, in alcuni punti raggiungono e superano il
valore di 0,60 µSv/h con una punta di 1,48 µSv/h.
Valori superiori a 0,60 µSv/h rivelano la presenza di una fonte radioattiva.
Alcune misurazioni sono state fatte anche con un contatore a
scintillazione che, affiancato al Geiger, ha dato risultati
sostanzialmente identici.
Per esempio, se venisse realizzata una centrale nucleare a Torino, la
dose aggiuntiva di radiazioni per la popolazione circostante dovrebbe
essere contenuta entro il limite di 1 mSv/anno in pi๠rispetto alla
radiazione naturale, che a Torino è pari a 0,86 mSv/anno, pertanto il
limite di legge dovrebbe essere di 1 mSv/anno oltre al fondo naturale
di 0,86 mSv/anno e cioè 1,86 mSv/anno pari a 0,21 µSv/h.
Anche applicando discutibili fattori correttivi, che consistono nel
dividere la potenziale esposizione annua per le ore effettivamente
trascorse nei paraggi del granito radioattivo, il livello di
esposizione calcolabile non è indifferente ed è sicuramente superiore
al valore, previsto dalla legge, pi๠basso ragionevolmente ottenibile,
sia pur tenendo conto dei fattori economici e sociali, perchà© non vi
era alcun impedimento all'utilizzo di granito radiologicamente inerte,
così come quello utilizzato, ad esempio, nei pressi della Procura della
Repubblica o all'interno della stazione ferroviaria di Porta Nuova.
Si potrebbe obiettare che trattandosi di un'area di transito è
probabile che l'esposizione a rischio, una volta calcolata, rientri nei
limiti o sia borderline; questo ragionamento, però, non tiene conto del
fatto che anche bambini e donne gravide possono subire, senza essere
stati informati, gli effetti delle radiazioni ionizzanti ad un livello
superiore a quello ottenibile con un minimo di attenzione nell'acquisto
dei materiali per la pavimentazione.
Parimenti grave è il rischio dei lavoratori che hanno estratto,
tagliato, sagomato e posizionato quel granito e che sicuramente hanno
inalato polvere radioattiva ed è assai verosimile che non siano stati
informati e formati sulle precauzioni da adottare, nà© sottoposti a
controlli sanitari mirati.
Le lastre di granito utilizzate sono di Sienite della Balma e arrivano da una cava della Valle Cervo vicino a Biella (Torino).
La Sienite della Balma è una delle pietre ornamentali pi๠radioattive
al mondo e per trovare una cava così radioattiva bisogna andare fino in
India.
Le radiazioni non si vedono e non si sentono, fanno danni a distanza di
tempo, così si preferisce non dire nulla ai cittadini e ai lavoratori.
Dati ARPA Piemonte: Le misure nella Valle del Cervo (BI).
"Si tratta di una piccola vallata alpina che si apre a nord della città di Biella.
Essa è caratterizzata dalla presenza di quello che i geologi chiamano
un plutone granodioritico, cioè rocce intrusive magmatiche, nelle quali
le concentrazioni di radionuclidi naturali (Uranio e Torio) sono
superiori alla media.
Gli studi sulla presenza del radon in quest'area vennero condotti
inizialmente dall'Istituto di Fisica Generale Applicata
dell'Università di Milano.
Successivamente, approfondimenti vennero effettuati anche per
iniziativa dagli LSP di Vercelli e di Ivrea (ora ARPA), anche in
collaborazione con l'ANPA.
In questa zona è evidentissima la correlazione tra il substrato
roccioso presente e i livelli di radon: la granodiorite, detta anche
Sienite della Balma, contiene infatti una considerevole quantità
di Uranio (350-400 Bq/kg circa) e di Torio (300 Bq/kg), oltre che di
K-40 (circa 1000 Bq/kg).
Di conseguenza, notevoli sono anche, in questa zona, i livelli di dose
g: si possono infatti misurare ratei di dose fino a 1 mGy/h.
Per questi motivi, la Valle del Cervo può senza dubbio considerarsi
un'area ad alta radioattività naturale, probabilmente
paragonabile, per quanto riguarda i livelli complessivi di dose
(g+radon), a quelle ben pi๠note e famose nel mondo (ad esempio, il
Kerala, in India), anche se di dimensioni estremamente ridotte e
scarsamente abitata (una buona parte delle abitazioni dei paesi della
Valle fungono in realtà da "seconda casa"�, occupate perlopiù nel
periodo estivo)"�.
Viene spontaneo chiedersi: ben sapendo che quel granito era tra i più
radioattivi al mondo era il caso di utilizzarlo a Torino, in aree
frequentate e dove è possibile persino sedersi sopra?
Amianto con la licenza di uccidere
16 gennaio 2010
Non mi stancherò di ripetere che con l'amianto la storia è sempre la
stessa: c'è chi conta i morti e chi dice che non è un problema.
Secondo la normativa vigente, una quantità di amianto nell'aria
superiore a 2 fibre/litro può essere indicativa di una situazione di
inquinamento in atto.
Tale livello di 2 fibre di amianto per litro d'aria mette al riparo dal
rischio di ammalarsi di asbestosi, ma gli studiosi concordano sul fatto
che non evita il rischio cancerogeno.
Lo stato della California ha cercato di dare un valore soglia e ha
stabilito, come livello di rischio non significativo, il valore di 100
fibre al giorno di amianto crisotilo, che per essere correttamente
misurato richiederebbe di avere a disposizione una tecnica strumentale
e una procedura in grado di raggiungere un limite di rilevabilità
pari a 0,005 fibre/litro.
Il ministero della salute sottolinea che a differenza dell'asbestosi,
per cui è necessaria un'esposizione intensa e prolungata, per il
mesotelioma non è possibile stabilire una soglia di rischio, ossia un
livello di esposizione così ridotto all'amianto, al di sotto del quale
risulti innocuo. Il decorso della patologia tumorale è molto rapido e
la sopravvivenza è in genere inferiore a un anno dalla prima diagnosi.
Non sono state individuate terapie efficaci.
L'Università di Torino (Dipartimento di Scienze Biomediche e
Oncologia Umana, Sezione di Anatomia Patologica) in un lavoro del 1997
dal titolo eloquente «Implicazioni medico-legali della diagnosi di
mesotelioma» (F. Mollo, D. Bellis) riporta che: Â«àˆ stato
ripetutamente affermato che esposizioni molto lievi e brevi possono
causare lo sviluppo del mesotelioma maligno. Ma in pratica la
dose-soglia cumulativa (al di sotto della quale sia da escludere nel
caso singolo la possibile azione carcinogenetica dell'amianto nei
confronti del mesotelioma maligno) non è definita, e forse non è
definibile».
Il problema dell'amianto è ben conosciuto in Europa e l'Italia ha
recentemente recepito la direttiva 2003/18/CE del Parlamento europeo e
del Consiglio del 27 marzo 2003, che modifica la direttiva 83/477/CEE
del Consiglio sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi
con un'esposizione all'amianto durante il lavoro. In un paragrafo della
direttiva si ricorda che: «Non è stato ancora possibile determinare il
livello di esposizione al di sotto del quale l'amianto non comporta
rischi di cancro».
Il macabro "tariffario"� del cancrovalorizzatore
15 gennaio 2010 Dott. ROBERTO TOPINO Nessun commento
Dovete sapere che un progetto di ricerca della Commissione Europea, che
si chiama ExternE (Externalities of Energy), ha quantificato in modo
molto preciso i costi dei danni all'ambiente ed alla salute derivanti
da una qualunque fonte emissiva.
Questi costi, in Europa, sono attualmente valutati da 3 a 5 volte meno
che negli USA, ma è importante che venga riconosciuto che una centrale
elettrica, una discarica, un inceneritore, un cementificio, ecc.
provocano danni, che hanno, oltre ad un costo in termini di sofferenza,
anche costi economici ben quantificabili.
La società che sta costruendo l'inceneritore del Gerbido, nel
2003 ha fatto uno studio in collaborazione con il Politecnico di Torino
e ha redatto una tabella dei costi in euro delle malattie previste.
Malattie e costi sono stati riassunti in una tabella, che, a ragion
veduta, si potrebbe definire il tariffario del cancrovalorizzatore.
Non è un macabro scherzo, è un documento del Politecnico di Torino.
TAV e tutela della salute dei lavoratori
13 gennaio 2010 Dott. ROBERTO TOPINO Nessun commento
E' nota da tempo l'opposizione dei cittadini della Valle di Susa alla
realizzazione della linea ad alta velocità Torino Lione.
Le autorità locali e nazionali hanno più volte ribadito che la
linea fa parte del cosiddetto corridoio 5 e che la sua realizzazione è
fondamentale per lo sviluppo tecnologico dei trasporti europei.
Più passa il tempo e più risulta evidente che l'idea del tunnel a prima
vista era buona, ma non è stata accompagnata da un'attenta analisi dei
problemi collegati con gli scavi.
Dall'altra parte, quelli che sono contrari al progetto, si sono
documentati con un'attenzione e una competenza senza precedenti, che
hanno messo in risalto tutta una serie di criticità , che attendono
ancora risposte serie e documentate da parte dei fautori della linea ad
alta velocità .
Sia chiaro che non si tratta di essere contrari al progresso, ma è
indispensabile verificare attentamente se le difficoltà relative
alla realizzazione della nuova ferrovia sono superabili e a quali costi.
Le contestazioni dei cittadini sono prevalentemente legate ai rischi
legati alla presenza di amianto, uranio e radon nei tratti che verranno
attraversati dalle gallerie dell'alta velocità .
I fatti sono noti e già trattati da molti esperti (medici e geologi).
In questa sede vorrei richiamare l'attenzione sui problemi legati alla
tutela della salute dei lavoratori che effettueranno gli scavi.
Non si parla solo di amianto e di radiazioni.
Un paio di esempi.
Com'è noto, il tunnel di base dell'alta velocità attraverserebbe
una zona costituita da rocce con caratteristiche geomeccaniche molto
scadenti, soprattutto perchà© sono vacuolari (simili a una spugna) e
perchà© spesso sono intrise d'acqua. Queste stesse rocce, nelle quali
si producono fenomeni carsici, hanno creato seri problemi durante i
lavori per la costruzione delle condotte sotterranee della centrale
idroelettrica di Pont Ventoux, costringendo i progettisti a prolungare
i lavori per altri cinque anni, cambiando tracciato in corso d'opera e
lasciando sul posto una "talpa"� (fresa meccanica a piena sezione). Nel
dettaglio, in alcuni tratti degli scavi vi erano consistenti
infiltrazioni d'acqua (fino a 250 litri al secondo) che hanno
determinato un conseguente depauperamento della risorsa idrica della
montagna (relazione geologica LTF).
Anche il fondo dello stesso lago artificiale del Moncenisio risulta
parzialmente poroso ed è già stato provato, con colorazioni a
base di fluorescina sodica, che vi sono perdite d'acqua, che risorgono
centinaia di metri più in basso. La colorazione di un torrente dentro
la Grotta del Giaset, sempre sul Massiccio dell'Ambin, ha confermato
che l'acqua esce centinaia di metri più a valle, sia sul versante
italiano che su quello francese (fonte Legambiente Valsusa).
L'altro esempio riguarda l'effetto geotermico: alle profondità
previste per il tunnel, la temperatura (secondo alcuni studi fatti
dall'Università di Grenoble e da Alpe Tunnel) sfiorerebbe i 50
gradi e per almeno 15 km sarebbe superiore ai 35, ne deriverebbe la
necessità di un sistema di raffreddamento all'interno del treno,
con costi elevati (per il sistema di raffreddamento sotto la Manica il
costo è stato di circa 250 milioni di euro). Una situazione analoga si
trova, in misura minore, negli scavi della galleria sotto il San
Gottardo: per l'alta temperatura e per le infiltrazioni d'acqua, gli
addetti ai lavori chiamano la galleria "la palude"� (foto*). Va detto
che il San Gottardo ha una galleria più lunga ma meno profonda, quindi
meno calda.
L'Arpa, in un recente documento, precisa che nel progetto della
Torino-Lione non viene quantificata la necessità di risorse
idriche necessarie al funzionamento dei previsti sistemi di
raffreddamento/condizionamento dell'aria presente all'interno del
tunnel di base (previste temperature dell'ordine di 40°- 50°C).
Il fatto viene confermato anche dalla recente analisi, condotta da
esperti dell'Unione Europea, degli studi condotti dalla Lyon Turin
Ferroviaire: la temperatura della roccia e dell'acqua naturale dovrebbe
superare i 30° su una sezione di 14 km e raggiungere un massimo di 47°
sotto il massiccio d'Ambin e i documenti non contengono alcun
riferimento relativo al calcolo delle temperature nel tunnel in
condizioni normali di funzionamento.
Chiedo ai progettisti dell'opera come pensano di tutelare la salute dei lavoratori in un inferno del genere.
* Si ringrazia Claudio Giorno per la fotografia, ecco il suo commento:
"Si tratta della visita al traforo del Gottardo organizzata dalla
Commissione Intergovenativa il 16 marzo 2004: lì siamo a 6 km di
avanzamento dall'imbocco Sud (lato Lugano) e siamo sotto la pancia
della TBM, la talpa lunga circa 600 m che scava un tunnel circolare che
poi verrà adattato al passaggio di binari, fogne, tubi di
areazione, antincendio, cavi e linee alimentazione. Effettivamente la
temperatura "“ pur essendo mitigata dai grandi condotti provvisori di
climatizzazione era oltre i 30° e l'umidità insopportabile"�.
Il colore del cromo esavalente
12 gennaio 2010 Dott. ROBERTO TOPINO Nessun commento
In una intervista rilasciata recentemente a Radio Impronta Digitale, il
Dott. Silvio Coraglia, direttore della Circoscrizione 2 di Torino, ha
parlato anche della questione relativa al cancerogeno cromo esavalente
trovato nella falda acquifera adiacente alla Dora Riparia nell'area
dell'ex acciaieria Vitali.
Dice il Coraglia:
"Un ultima cosa volevo dire rispetto ad allarmismi creati anche da
sedicenti esperti in materia è che questi sedicenti esperti in materia
nel più recente passato hanno suscitato allarmi e timori infondati tipo
ad esempio il cromo nella Dora che"¦ anche qui era stata fatta una
grossa campagna di stampa sulla possibilità di cromo sulla Dora,
fatti tutti gli interventi e tutte le misurazioni si è dimostrato
assolutamente inutile, quindi invito i cittadini anche a diffidare da
sedicenti esperti e tecnici che tendono poi ad allarmare più del dovuto
la popolazione e le persone che gli vengono a contatto"�.
Premesso che il "sedicente esperto"� sarei io, medico specialista in Medicina del Lavoro, come stanno realmente le cose?
Da un documento Ufficiale della Città di Torino possiamo
apprendere che il cromo esavalente, al termine delle operazioni di
bonifica supera ancora il limite di legge di 5 microgrammi/litro.
Divisione Ambiente e Verde
Settore Ambiente e Territorio
Ufficio Bonifiche
Prot n. 14532 Tit. 06 Cl. 9 "“ 7 Fasc. 3
Data: 18/09/2008 074/S147/Eh
"¦
La messa in sicurezza di emergenza del nucleo più contaminato da cromo
esavalente della falda è stata condotta fra ottobre 2003 e maggio 2005.
A seguito di tale intervento i livelli di concentrazione presenti in
falda, seppur sempre superiori ai limiti di legge, sono sensibilmente
diminuiti, da oltre 400 a 30 microgrammi/litro.
"¦
Il Dirigente Settore Ambiente e Territorio
Ing. Federico Saporiti
P.S.: Il colore del cromo esavalente.
il colore del cromo esavalente
12 gennaio 2010 Dott. ROBERTO TOPINO Nessun commento
La Stampa di Torino dell'8 gennaio 2009 titola: "Un dirigente Rai morì a causa dell'amianto. Indagati 20 direttori."�
Il quotidiano, senza mai nominarmi, utilizza una fotografia tratta da
un mio filmato e alcune mie frasi, per un articolo sull'ennesimo caso
di tumore da amianto riscontrato tra i lavoratori del grattacielo della
RAI di via Cernaia a Torino.
Il grattacielo della RAI è stato realizzato con abbondante uso di
amianto applicato a spruzzo (sette chilogrammi per metro quadro) o
mescolato al cemento e al vinile.
Amosite 85% "“ 95% per il friabile floccato sulle strutture di acciaio
e crisotilo 28% con tracce di amosite per il compatto (tubazioni,
pavimenti).
Ho avuto occasione di esaminare un monitoraggio della dispersione di fibre di amianto all'interno del grattacielo RAI di Torino.
Dati alla mano, si può constatare che un dipendente della RAI può
respirare fino a 825 (ottocentoventicinque) fibre di amianto ogni ora
di lavoro.
Trattandosi di campionamenti ambientali e non personali, eseguiti una
sola volta in una struttura notoriamente soggetta a vibrazioni e nella
quale l'amianto è stato applicato a spruzzo, quindi altamente friabile,
il rischio effettivo potrebbe essere più elevato.
In questi casi le vibrazioni dell'edificio, i movimenti di persone o
macchine, le correnti d'aria possono causare il distacco di fibre
legate debolmente al resto del materiale.
Il monitoraggio ambientale consente essenzialmente di misurare la
concentrazione di fibre presente nell'aria al momento del
campionamento, senza ottenere alcuna informazione sul pericolo che
l'amianto possa deteriorarsi o essere danneggiato nel corso delle
normali attività (Decreto Ministeriale del 06/09/1994).
Allego l'articolo de La Stampa e il link al filmato "Amianto e tumori
alla RAI di Torino"� e al mio articolo di Diario Prevenzione Magazine,
dal quale è stata tratta una parte delle informazioni pubblicate.
Grattacielo Rai, altri casi di tumore
Testamento biologico, alcune riflessioni.
La mia lotta contro il cancro
Il cancello anti-radiazioni
Inceneritore di Brescia ed emissioni: è ora di fare indagini approfondite.
Radiazioni ionizzanti a Torino, le direttive Euratom vengono rispettate?
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A macabre tale of medical arrogance
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riassunte e/o accennate si ritrovano però complete come presupposti e
dicharazione di intenti in un IMPORTANTISSIMO file Presentazione e
diffide/Press-release ad esse appunto DEDICATO: si consiglia vivamente
di leggerlo come preliminare di ogni altra pagina anche integrato con
la serie degli aforismi che - nel loro susseguirsi "dialogante a più
voci" da provenienze disparate nel tempo e nei linguaggi - riassumono i
principali asserti di tutto questo lavoro.
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Complex Trauma and Disorders of Extreme Stress (DESNOS)
STOA-Parlamento.Europeo
Sirus.Project
U.S._intellingence_and_security
Possible_influence-on_subject_FOIA.pdf
LEGGE.HR3200.pdf
Armi ad Energia diretta
Caso Suda: file originale
suda.fotodoc
LarsonReport-Edit
STUPRI-DI-GUERRA: i figli dell'odio
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Derivano da un altro sito - o meglio: da uno dei libri da questo
derivati - alcune pagine di argomento introdutivo ai concetti base
della MEDICINA e della CONSAPEVOLEZZA: i nuovi volumi possono
esser acquistati come veri "libri", ma i relativi COMPLETI pdf possono
senza limitazioni venir SCARICATI e stampati a proprie spese
dall'utente. / From another site people can download pdf files and also
COMPLETE books - sorry - only in Italian and under normal Copyright
condition.
capitoli in pdf scaricabili/ pdf chapters
Quando la cartella clinica è terapeutica.Dare ai ricordi una seconda vita? Consapevolezza e memoria
ESPERIMENTI SU BAMBINE_I.PDF
Medicina: scienza applicata e multidisciplinare: Emozioni, istinti, ricordi, contraddizioni
libri scaricabili in rete / pdf of complete books
Infanzia: un mestiere difficilissimo Copertina libro Infanzia
Consapevolezza e Memoria
It's Abuse NOT Science Fiction?
Up-to-date Dossiers of Gli Abusi mentali, fisici e tecnologici NON sono Fantascienza / It's Abuse NOT Science fiction
Il file prima nominato Pseudo-misteri e coinvolgimenti biologici /
Fake-mysteries on biological targets ora è in rete sdoppiato nella
parte italiana - Aggressioni pseudo-misteriose contro bersagli
biologici - e in quella in inglese: anzi triplicato perché questa parte
in italiano, molto ampliata e curata, è stata caricata anche in un pdf
anch'esso con il titolo Aggressioni pseudo-misteriose contro bersagli
biologici raggiungibile in rete e leggibile come eBook.
Il file prima nominato Pseudo-misteri e coinvolgimenti biologici /
Fake-mysteries on biological targets ora è in rete sdoppiato nella
parte italiana - Aggressioni pseudo-misteriose contro bersagli
biologici - e in quella in inglese: anzi triplicato perché questa parte
in italiano, molto ampliata e curata, è stata caricata anche in un pdf
anch'esso con il titolo Aggressioni pseudo-misteriose contro bersagli
biologici raggiungibile in rete e leggibile come eBook.
Mental, physical and technological abuses: NOT science fiction
To rearrange, make known and divulge all the collected material –
especially unpublished - in November 2002 the Italian Association,
Scientific and Juridical, Against Mental, Physical and Technological
Abuses – acronym aisjca-mft – was founded and its mouthpiece Web site
was put on the Net; then, in July 2005, the whole Web site – how it
looked like at that time – became also an ENCYCLOPEDIC book. But,
because of its own statutory nature a Web site – contrary to a printed
book – can’t be a “finished” work: in fact it DOES NOT aim at providing
purely historical documentation, but at collecting a CONTINUATIVE
adjournment about facts and testimonies. Thanks to this dynamism
requests and debates concretize into other “facts” and these debates do
not remain theoric discussions. And so, in this years, in conformity
with these presuppositions, some files have been greatly modified and
others completely created: with new information about facts and
authentic texts of testimonies which are still being collected. Then
came the impellent necessity to publish in preview this new data as a
SUPPLEMENT of the main book, before starting its real second edition
not only revised but also even better adjourned.
L’attenzione va spostata sul cittadino, troppo spesso rassegnato.
Questo è il nodo centrale. Dinanzi alla propria indignazione, tanti
reagiscono con l’apatia o cedendo a forme di protesta senza una
direzione. La fase critica, infatti, non si trasforma in un momento
progettuale ma si perde nella frammentazione e nell’isolamento. Una
sfida da raccogliere per pensare nuovi modelli di aggregazione che
sappiano andare oltre la semplice rivendicazione per attivare nuclei
progettuali, con l’ausilio delle forze vive
Book cover: International Copyright © January 4 2005 (Certificate 143935559)
Web pages Copyright: International Copyright © May 6 2006 (Certificate
149917786) Book copyright: International Copyright © August 5 2005
Associazione italiana, scientifica e giuridica contro gli abusi
mentali, fisici e tecnologici - All rights reserved (Certificate
149917786)